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08 Marzo 2017
"Galeotto fu quel messaggio inviato" avrà pensato lui. La storia che vi raccontiamo oggi parla di tradimenti, ha luogo a Milano e vede come protagonisti una coppia benestante. La moglie un giorno scopre gli sms scambiati fra suo marito e l'amante e chiede il divorzio. Arrivati alla conclusione dell'iter giudiziale, la Cassazione ritiene la prova sufficiente per addebitare a carico del coniuge infedele le spese per la separazione. Con quest'ultima sentenza si conferma quindi il giudizio dato in secondo grado dalla Corte d'Appello di Milano che giustifica "l'addebito per la violazione dell'obbligo di fedeltà, in ragione della scoperta, nel novembre 2007, di messaggi amorosi pervenuti sul cellulare" del marito.
L'uomo ha argomentato la sua difesa sostenendo che il rapporto coniugale fosse già da tempo in crisi, e l'ultima scoperta avrebbe solo intaccato il rapporto già traballante. Non è di questo avviso il tribunale che aveva individuato una precedente riconciliazione nel 2002, anno in cui nacque la figlia della coppia. La relazione extra coniugale iniziata nel 2007 avrebbe fatto crollare quella stabilità ritrovata, facendo finire, di fatto, il matrimonio. Probabilmente l'ex moglie non sospettava nulla prima del ritrovamento degli sms, comunque sia, dopo un controllo accidentale o meno al telefono del marito, quest'ultimo adesso dovrà pagare una lauta cifra: ben 2000 euro mensili per il mantenimento, più altri 3000 al mese per i figli, oltre all'addebito totale delle spese giudiziali. Alla fine i messaggini sono costati assai cari all'uomo.
Photo credit: Pixabay