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Millennials sempre più precari. Il 64% chiede ancora aiuto ai genitori

Il 55% dei giovani italiani vorrebbe trasferirsi all’estero: una fotografia inquietante delle prospettive offerte dal nostro Paese

Millennials sempre più precari. Il 64% di loro chiede ancora aiuto ai genitori

27 Ottobre 2017

Il tema giovani in Italia è un tema delicato e, a tratti, drammatico, soprattutto quando parliamo dei Millennials, quella generazione nata tra l’80 e il 2000, una generazione in crisi, in cerca di un posto nel mondo, soprattutto in quello del lavoro, che per più della metà dei ragazzi non si trova nel nostro Paese.

Secondo l’Eurispes, infatti, il 55,4% dei Millenials lascerebbe il paese per trasferirsi all’estero in cerca di futuro. Un dato davvero poco confortante, se si pensa che sono proprio loro a dover costruire e, un giorno, guidare questo Paese che sembra saper solo chiudere porte piuttosto che aprirle.

Ma chi sono questi i Millennials?

Sono ragazzi istruiti, tecnologici, aggiornati, multimediali e creativi. In Italia sono presenti oltre 1200 startup avviate dai giovani, un quinto delle società con prevalenza giovanile, un capitale importante che però viene spesso maltrattato.

Sempre secondo la ricerca di Eurispes, metà dei giovani tra i 18 e i 24 anni, per l’esattezza il 48,7%, hanno un lavoro precario, mentre il 38,5% con un lavoro dichiara di non essere pagato regolarmente, con il risultato che il 64% dei giovani italiani è ancora costretto a chiedere aiuto ai genitori.

Poi ci si meraviglia se vogliono cercar fortuna altrove. Le scelte purtroppo non sembrano molte. 

Ma come si può rimediare a questa situazione? Cosa cercano i Millennials? Di cosa hanno bisogno per trovare il loro posto nel mondo del lavoro? Quali strumenti per prepararsi ad affrontare il futuro?

Le domande sono tantissime, molte non hanno risposta. Per fortuna qualche tentativo, se pur piccolo, è stato fatto. L’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica ha lanciato #COSTRUIREILFUTURO, un concorso in cui vengono richieste idee nuove e che mette in palio 2500 euro per il vincitore.

Il concorso si chiuderà il 6 di novembre e questo è il messaggio che ne racchiude l’essenza:

“Salute e prevenzione, diritti e innovazione sociale, educazione e cultura, lavoro, sviluppo economico e tecnologico: attorno a queste macro aree tematiche ruotano le sfide che i giovani dovranno affrontare. L'Aied invita i ragazzi a condividere proposte che possano aiutare a promuovere il rispetto per l'altro, il valore della libertà e l'accettazione della diversità, lo sviluppo economico e un corretto utilizzo delle gigantesche opportunità tecnologiche e digitali”

Di certo un concorso e 2500 euro non sono una soluzione al problema, ma almeno è un primo passo verso una generazione che cerca spazio e occasioni per dimostrare quello che sono: importanti.

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