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Boriska Kipriyanovich, il prodigioso bambino russo che dice di venire da Marte
A pochi mesi già parlava. Oggi rivela che il mondo ha tanto da imparare sulle civiltà del passato
La cultura New Age definisce “bambini indaco” quei piccoli prodigi che manifestano capacità soprannaturali. Il russo Boriska Kipriyanovich sembra essere uno di questi, almeno a giudicare da quanto ha dichiarato sua madre durante i suoi primi anni di vita, e quanto conferma lui stesso, ormai ventenne.
Parlava già a pochi mesi di vita, a due anni riusciva senza problemi a leggere e a scrivere. E le sue maestre di scuola elementare restavano a bocca aperta nel sentirlo disquisire dei misteri dell’Universo e dei pianeti inesplorati. Boriska, nato a Volgograd, ha fatto parlare di sé per aver dichiarato, in tenere età, di essere stato persino un abitante di Marte durante la sua vita precedente, tanto che la stampa inglese non ha potuto fare a meno di raccontare la sua storia. Sul Daily Mail scopriamo che è stata sua madre a rivelarne per prima le attitudini fuori dal comune. Il Pianeta rosso sarebbe, a suo dire, uno scenario catastrofico in cui si era verificata nel passato una strage nucleare. Sempre la mamma riporta alcune parole rilasciate da suo figlio:
“I Marziani sono alti più di due metri e vivono ancora sottoterra nel pianeta rosso, riescono a vivere respirando diossido di carbonio. Secondo Boriska, essi sono immortali e smettono di invecchiare a 35 anni. Sono anche tecnologicamente avanzati e capaci di intraprendere viaggi interstellari”.
Il giovane ha aggiunto di essersi recato spesso sulla Terra per delle spedizioni di ricerca.
“Gli umani hanno ancora tanto da imparare, in particolare sulla civiltà egizia”.
Il mistero è sempre più fitto ma sono in tanti a interpretare le sue teorie come suggestioni fantascientifiche, spiegando le sue storie come il frutto di una fervida immaginazione.
La scienza, infatti, non può riconoscere i poteri speciali di cui sarebbe dotato Boriska, perché non vi è alcuna prova empirica: numerose ricerche riconducono, invece, le caratteristiche dei “bambini indaco” a patologie infantili come la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Storie come quella di questo giovane russo hanno avuto un risvolto negativo in molti casi, contribuendo a ritardare la diagnosi e il trattamento di malattie mentali anche gravi.