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Segregata in casa e picchiata per ogni like su Facebook

È successo in Paraguay. La donna veniva brutalmente maltrattata dal marito, ora in carcere per tentato femminicidio e rapimento

Segregata in casa e picchiata per ogni like su Facebook

30 Novembre 2017

Era ridotta in fin di vita quando è stata portata in ospedale.

Il motivo? Gli apprezzamenti ricevuti dai suoi amici virtuali sul social network più utilizzato: Facebook.

È questa la storia di Adolfina Camelli Ortigoza, 21enne del Paraguay. La ragazza era vittima di un marito violento che l’aveva blindata in casa per colpa della sua folle gelosia.

Pedro Heriberto Galeano, 32 anni, ossessionato dal controllo del profilo di sua moglie, era arrivato a picchiarla ogniqualvolta ricevesse un like.

Impossessatosi dell’account di Adolfina, Galeano ha continuato a pubblicare le sue foto per osservare le reazioni della gente e avere una scusa per incrementare colpi e percosse. Le metteva persino uno straccio in bocca affinché non urlasse.

“Le controllava tutto: i messaggi, le foto e accusava la donna di avere una relazione con ogni uomo che le metteva un like su Facebook”, ha dichiarato l’avvocato di Ortigoza, Arnaldo Martinez.

È stato il padre del ragazzo ad accorgersi delle violenze e a chiamare la polizia, contribuendo così all’arresto di Galeano con l’accusa è di tentato femminicidio e rapimento.

La donna, che stentava a riconoscersi allo specchio, è stata sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza. Aveva il setto nasale deviato e le labbra tumefatte.

Ancora un caso di violenza che non può passare inosservato, e che ci fa riflettere sul forte impatto e sulle improbabili conseguenze dell’uso ossessivo dei social network.

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