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Seduta spiritica in classe, a Reggio Calabria: le matite si muovono da sole

Alcuni ragazzi giocano al ‘Charlie Challenge’ a scuola, invocando Satana. La Preside, preoccupata, chiama l’esorcista

Seduta spiritica in classe: le matite si muovono da sole

19 Dicembre 2017

Gli studenti italiani brillano per creatività e inventiva, quando si tratta di giustificare impreparazioni e assenze.

Ma ciò che è accaduto circa un mese fa in una scuola primaria di Reggio Calabria, la Telesio, ha fatto seriamente preoccupare gli insegnanti.

Entrando in classe, infatti, hanno trovato gli alunni disposti in cerchio attorno ad un foglio sospetto, che riportava quattro quadranti, le parole “yes”e “no” e due matite incrociate che fungevano da frecce.

Il macabro gioco si chiama Charlie Challenge ed è stato diffuso su youtube fino a diventare virale. Non un semplice gioco della bottiglia ma qualcosa di satanico e davvero inquietante.

Il Charlie Challenge serve a invocare lo spirito di Satana, denominato appunto Charlie.

Facile far leva sulla curiosità dei ragazzini che spesso vengono affascinati dall’occulto e perdono di vista il sottile confine tra scherzo e realtà.

Secondo quanto riportano i giornali, la dirigente scolastica avrebbe chiamato un esorcista e l’avrebbe invitato a scuola.

“Un incontro informativo e di prevenzione sui rischi della rete e delle nuove tecnologie”, ha affermato la preside, che intanto prova a tranquillizzare tutti circa questo episodio.

Nunzio Di Stefano, assistente di don Piero Catalano, discepolo del noto esperto di esoterismo don Gabriele Amorth avrebbe dichiarato:

“La Preside ci ha chiamati dicendo che una maestra era entrata in classe e aveva notato delle matite che si muovevano da sole. Ci ha chiesto consiglio su cosa fare e come comportarsi. Così siamo andati a scuola e abbiamo parlato con le insegnanti e informato sui pericoli di questi riti satanici. Perché con il diavolo non si scherza”.

Ora trapelano altre rivelazioni come quelle di alcune maestre che raccontano di aver visto un bambino fare dei paurosi salti di alcuni metri.

Stavolta non è il caso di adottare la consueta frase “ha le capacità ma non si applica”, durante i colloqui con i genitori.

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