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17 Gennaio 2018
La campagna pubblicitaria Ikea che invitava a fare un test di gravidanza per ricevere uno sconto sulla culla è stata profetica ed ha anticipato i tempi:il 17 gennaio si celebra il «Discovery Day», giorno in cui molte donne ricevono (e danno al mondo) una lieta novella.
È stata individuata proprio in questo giorno, infatti, la data in cui si registra il più elevato numero di gravidanze “scoperte”.
A due settimane esatte dal 2 gennaio, il giorno dell’anno in cui le coppie si danno maggior da fare per concepire, non poteva mancare il giorno della conferma ufficiale, grazie alla comparsa del magico simbolino delle due linee sul test di gravidanza.
È quello che emerge da uno studio commissionato dal sito per genitori ChannelMum.com.
Il 17 gennaio, infatti, più di 10 mila donne apprenderanno di avere in grembo un pargoletto. E se c’è un National Baby Making Day, individuato nel 2 gennaio, non poteva che esserci anche il giorno della rivelazione, della conferma ufficiale che due settimane fa è stato fatto un buon lavoro.
Circa 34 euro è la cifra spesa in media dalle tante donne che si sottopongono al test e che perseverano finché non hanno la certezza matematica che tutto proceda per il verso giusto. Gli esperti parlano di una vera e propria «dipendenza dal test di gravidanza», con almeno sei esami effettuati da 62 future mamme su 100.
«Continuare a fare test di gravidanza può sembrare strano ma la maggior parte delle future mamme non riesce a farne a meno. Vedere il segno positivo rassicura quelle che sono in ansia per la loro gravidanza. Abbiamo saputo di madri che hanno fatto fino a cinque test in un giorno per verificare di essere ancora incinte: a chi è così ansiosa, è consigliabile chiedere un supporto professionale» spiega lo studioso Siobhan Freegard.
E ci sono cambiamenti anche riguardo l’annuncio del lieto evento: le mamme moderne non stanno più nella pelle e lo fanno anche prima dei canonici tre mesi.
In effetti solo il 26% resiste fino a dopo l’ecografia prima di divulgare la notizia.
Tre donne su cinque lo fanno attraverso i social media (con un bel 45% che posta l’immagine dell’ecografia). Per la serie: facciamo in modo che le nuove generazioni conoscano Facebook sin dall’utero materno.