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La pizza con Nutella, salsiccia e patatine che ha inorridito l'Italia

Il pizzaiolo Errico Porzio è stato costretto ad assecondare la richiesta di una cliente anche se l’accostamento dei tre ingredienti sulla pizza era tutt’altro che tradizionale

La pizza con Nutella, salsiccia e patatine che ha inorridito l'Italia

(Credits photo: scattidigusto.it)

03 Aprile 2018

Ultimamente la pizza margherita sta facendo molto parlare di sé.
Dal momento in cui lo chef Cracco ha deciso di inserire nel suo menù la “sua” pizza margherita al costo di 16 euro, la pizza è diventata uno degli argomenti cult del 2018.
I più si sono scagliati contro lo chef accusandolo di aver creato sì una pizza, ma che aveva molto poco a che fare con la tradizionale margherita napoletana.
Altri invece, tra cui lo chef Barbieri e il pizzaiolo Sorbillo si sono schierati al fianco di Cracco, sostenendo la bontà della creazione culinaria dello chef e la sua libertà di interpretazione di un grande classico della cucina italiana.
Il “pizza-gate” sembrava ormai essersi concluso quando, all’improvviso, è arrivata in una pizzeria di Napoli un’ordinazione insolita che ha riacceso il dibattito sulla pizza tradizionale.
 
Come si legge su scattidigusto.it, il pizzaiolo Errico Porzio ha dovuto assecondare una richiesta che probabilmente aveva sognato solo nei suoi incubi. Una ragazza gli ha chiesto di realizzargli una pizza condita con salsiccia, patatine e… (rullo di tamburi)… nutella!
Già, avete letto bene. Di sicuro anche Porzio ha pensato che l’accostamento di questi tre ingredienti fosse parecchio bizzarro ma, dal momento che il cliente ha sempre ragione, il pizzaiolo ha deciso di assecondare la richiesta.
Come si legge sul sito, il pizzaiolo ha dichiarato:
«Più volte ho chiesto a quella ragazza se avessi capito bene quello che c’era scritto sulla sua ordinazione. Si è trattato di una richiesta imbarazzante. Mi sono sentito a disagio e anche molto spiazzato e soprattutto mi sono sentito veramente male nel dover accontentare la richiesta di quella cliente. Ho preferito farlo, invece di iniziare una polemica, poi mi sono chiesto: fino a che punto il cliente ha sempre ragione?».
 
Il punto è questo. Fino a che punto si può parlare di tradizione di fronte all’ordinazione di un cliente? E quanto è giusto tutelare e difendere quella tradizione se il cliente (che ha sempre ragione) chiede qualcosa di diverso? O al contrario, è fondamentale tutelare quelli che sono i “pilastri” della cucina italiana anche a “discapito” di un’ordinazione?

 

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