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30enne trascinato dai genitori in Tribunale perché non vuole andarsene di casa

A New York il giudice della Corte Suprema ha dato ragione alla coppia che aveva già inviato al figlio 5 lettere di sfratto

30enne trascinato dai genitori in Tribunale perché non vuole andarsene di casa

23 Maggio 2018

Italia paese di bamboccioni?
In realtà no. Sembra che i cosiddetti bamboccioni siano sparsi un po’ dappertutto nel mondo e non solo nel Bel Paese. E anzi, se il cliché vuole che le mamme non possano sopportare l’idea che il loro adorato “pargoletto” (che ha già i primi capelli bianchi in testa) lasci il nido, talvolta la realtà è molto diversa.
 
A New York una coppia è stata addirittura costretta a trascinare il figlio in Tribunale. La ragione? Il “cucciolo” 30enne non ne voleva proprio sapere di lasciare la casa paterna e neppure di trovarsi un lavoro. Michael Rotondo stava tanto bene da “mammà” e non ci pensava proprio ad andarsene. Eppure i problemi c’erano. Come riportato dalla Cnn, il ragazzo non era un “coinquilino” ideale per i genitori: collaborava pochissimo in casa, non aveva alcuna intenzione di cercarsi un lavoro e litigava spesso con i genitori.
 
Mark e Christina Rotondo le hanno tentate tutte: gli hanno inviato 5 lettere di sfratto (ignorate!) e gli hanno perfino offerto una somma di denaro (1000 dollari) per aiutarlo a trovare una nuova sistemazione. Michael ha ignorato i tentativi dei suoi e così è stato convocato in Tribunale.
 
Il ragazzo ha anche provato a giustificarsi e ha chiesto persino di archiviare il caso ma il giudice della Corte Suprema dello Stato di New York, Donald Greenwood, ha dato ragione ai suoi genitori.
Michael è quindi costretto a lasciare la casa paterna e a trovarsi un lavoro.
Si sa. Il nido primo o poi bisogna lasciarlo.

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