tutto news

In Giappone le donne devono rispettare il “calendario delle gravidanze” per avere figli

Se vuoi lavorare e diventare mamma devi sottostare al tuo “turno per la gravidanza”, una legge non scritta ma in vigore in molte aziende

In Giappone le donne devono rispettare il “calendario delle gravidanze” per avere figli

05 Giugno 2018

Conciliare lavoro e figli non è mai semplice.
I figli richiedono tempo e attenzioni senza contare che bisogna andare a riprenderli all’asilo o a scuola, trovare una babysitter, preparare la cena, aiutarli con i compiti, recuperarli a calcio e portarli a danza. E il lavoro? Beh, ovvio, c’è anche quello. Il trucco è provare a incastrare tutto con un equilibrio precario che rischia di crollare alla prima folata di vento. Le donne però ci provano e, nonostante mille fatiche, ci riescono. Eppure ci sono dei luoghi dove la maternità non solo non è ben vista ma dev’essere organizzata.
Ci spieghiamo meglio.
 
Avete mai sentito parlare di “turni per la gravidanza”? Certo, detto così viene quasi da sorridere. La parola “turni” richiama nella nostra mente tutta una serie di immagini che non hanno nulla a che fare con la maternità. Eppure in Giappone è proprio così. Nella terra del Sol Levante se si vuole lavorare e anche avere dei bambini l’importante è rispettare il proprio “turno”. Altrimenti, grazie e arrivederci! Si può dire addio al proprio posto di lavoro.
Secondo quanto riportato su 27esimaora.corriere.it, le aziende impongono alle lavoratrici una sorta di “calendario delle gravidanze” o per meglio dire, una “turnistica” da rispettare se si vogliono avere dei bambini.
 
Diverse donne hanno deciso di raccontare la loro esperienza. Una di queste, Sayako (pseudonimo) ha voluto raccontare la sua storia alla Afp. Sayako voleva tanto un secondo figlio ma il suo datore di lavoro le ha fatto capire che era meglio rinunciare perché ora “toccava” a un’altra. Può sembrare assurdo eppure in Giappone è una situazione sempre più comune che segue una regola non scritta ma in vigore in diverse aziende.
 
Su 27esimaora.corriere.it si legge anche quanto dichiarato da Kanako Amano, ricercatrice, che ha spiegato:
«Da noi si è convinti che o una donna lavora, oppure fa la casalinga e se vuole rimanere incinta può smettere di lavorare (…) Pensano che se vuoi tenerti il tuo lavoro, devi aspettare il tuo turno per avere dei bambini, e i "turni per la gravidanza" sono diventati la normalità».

 

Interviste

Radio 105 sempre con te!

Disponibile su