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Qualità della vita 2018: dove si vive meglio e peggio in Italia?

E’ uscito il nuovo studio sulla qualità della vita nelle città italiane. Scopri quali città occupano i primi posti e quali gli ultimi.

Qual è la città italiana in cui si vive meglio oggi? E quella in cui la qualità della vita è più bassa? Per scoprirlo Italia Oggi e Sapienza Università di Roma hanno collaborato svolgendo un’indagine approfondita. Lo studio ha preso in considerazione 110 province e 9 macro fattori: quantità di popolazione, affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Vediamo insieme quali sono stati i risultati!

Sul podio troviamo ben tre città del Nord-Est, con Bolzano sul primo gradino seguita da Trento e Belluno. Al quarto posto c’è Siena, al quinto Pordenone (che era nona nel 2017), al sesto Parma (che sale di una posizione rispetto all’anno scorso) al settimo Aosta (18esima nel 2017) e all’ottavo Sondrio (16esima nel 2017). Chiudono la “top 10” delle città con la migliore qualità della vita Treviso (che l’anno scorso era sesta) e Cuneo (13esima nel 2017).

Andando invece a vedere le posizioni più basse della classifica 2018, vediamo che l’ultimo posto è occupato da Vibo Valentia. A precederla ci sono altre città del Sud: Catania, Napoli, Siracusa e Palermo.
Il divario Nord-Sud resta quindi ancora netto per qualità della vita.

L’ultima versione della ricerca ha fatto emergere anche qualche sorpresa, una su tutte la brusca caduta di Roma che ha perso ben 22 posizioni rispetto all’anno scorso, posizionandosi all’85° posto. Altri peggioramenti consistenti si sono visti per Firenze (passata dal 34° al 57° posto) e per Venezia (dal 41° al 62° posto). Milano, una delle città più grandi del Paese, scala invece la classifica di 2 posti passando dal 57° posto al 55°.

In generale, comunque, dalla nuova classifica 2018 è emerso che in Italia si vive un po’ meglio. Se l’anno scorso erano 56 le città con una qualità della vita “buona o accettabile”, quest’anno sono diventate 59.

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