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Imprigionata dalla plastica: la triste storia della tartaruga Afrodite

La testuggine, trovata al largo di Pellaro in Calabria, ora rischia l'amputazione delle pinne anteriori.

Imprigionata dalla plastica: la triste storia della tartaruga Afrodite

Credits: Facebook

22 Marzo 2019

Afrodite è una tartaruga marina di quasi 2kg di peso e un metro di lunghezza. La sua storia è molto triste. La testuggine è stata trovata da un gruppo di volontari del Crtm Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone in Calabria,presso la località Pellaro, nella giornata di domenica 17 marzo. Afrodite - questo il nome che le hanno dato i volontari - era imprigionata e strozzata sul collo da diversi lembi di nylon. Cercava di nuotare in maniera affannosa con il corpo incastrato in un cerchione metallico di bicicletta. Chissà da quanto tempo versava in queste condizioni. 

La situazione della tartaruga è apparsa da subito molto grave. L'animale ha le pinne anteriori in cancrena, lacerate dai rifiuti che l'hanno travolta in mare. I volontari che la stanno curando temono di doverle amputare entrambe, e senza le braccia Afrodite non ha molte possibilità di farcela, perché non riuscirebbe a muoversi in maniera autonoma. Dovrà sottoporsi ad alcune analisi, tra cui anche un eco-doppler, al fine di valutare la condizione di vascolarizzazione delle pinne. I veterinari stanno facendo il possibile per scongiurare il peggio. 

Come spiega la volontaria Tania Il Grande: "Da anni, al Crtm Brancaleone, soccorriamo esemplari di tartaruga marina feriti da attività umane, principalmente pesca e inquinamento. Quest’ultimo sta diventando ormai una costante, nella voce “causa dello spiaggiamento" delle nostre cartelle cliniche. Ingestione di plastica e intrappolamento in reti abbandonate sono le due principali cause di morte delle tartarughe marine da noi soccorse". 

Afrodite forse non nuoterà più e la colpa è solo dell'uomo. La colpa è solo nostra. 

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