Il re della Thailandia ripudia la concubina: “Si atteggiava a regina”

Rama X, l’attuale re della Thailandia, ha appena ripudiato la sua concubina ufficiale, la 34enne Sineenat Wongvajirapakdi. La bellissima donna era da poco diventata la “consorte reale” del sovrano, appena due mesi dopo il suo matrimonio con la legittima regina, la 41enne Suthida Bajrasudhabimalalakshana, la sua quarta moglie.

Il titolo di “consorte reale” era ormai quasi caduto in disuso, dato che era da più di un secolo che un sovrano non lo conferiva a una concubina. Nei mesi scorsi i sudditi avevano potuto vedere Sineenat nelle foto ufficiali di corte, dove è stata ritratta in abito tradizionale ai piedi del trono di Rama X, e anche nelle foto militari, dove la 34enne è stata ritratta al comando di un jet dell’aviazione thailandese.

Nonostante il buon inizio della sua esperienza come concubina, però, Sineenat ha poi infranto alcune regole che le sono costate care: “Non ha rispettato le tradizioni reali – si legge nella Gazzetta Ufficiale thailandese sulla quale è stato reso noto il ripudio – ha cercato di apparire equivalente alla regina e ha sfidato la coppia”. Secondo quanto riportato in questo comunicato ufficiale, in sostanza la concubina avrebbe cercato di prendere il posto di Suthida, tendando di impedirle di diventare regina. È stato il re poi a conferirle il titolo di “consorte reale”, nella speranza di placare le sue ambizioni.

A quanto pare, però, questo titolo non ha soddisfatto le aspettative di Sineenat che ha continuato a comportarsi a modo suo, contravvenendo alle regole e intromettendosi in affari reali che non la riguardavano. “Le sue azioni – si legge nella Gazzetta – sono state ritenute sleali, ingrate e scortesi verso la gentilezza di Sua Maestà. Ciò ha causato divisioni fra i servitori reali e incomprensioni nel pubblico, il che equivale ad un sabotaggio verso il paese e l’istituzione”. Per questi motivi, la 34enne non solo ha perso il titolo di “consorte reale”, ma anche i suoi titoli e le sue decorazioni militari, una cosa piuttosto grave considerando che era un generale dell’esercito.