I Beatles non viaggeranno in sedia a rotelle
Dovrà cambiare nome, il nuovo modello di sedia a rotelle automatica battezzata illegittimamente “Beatle” (Dall’inglese “beetle”, scarabeo, trasformato dai Fab Four in “Beatle” grazie all’accostamento di “beat”, cioè ritmo, a “beetle” appunto) e lanciato sul mercato dalla compagnia olandese You-Q. La Corte di Giustizia dell’UE, chiamata a decidere sulla questione dal colosso che cura gli interessi di eredi e aventi diritto del leggendario quartetto di Liverpool, la Beatles Apple Corps, ha dichiarato illegittimo l’utilizzo del nome “beatle” in quanto troppo simile a quello scelto negli anni Sessanta da John Lennon e compagni. In altre parole, come è spiegato nelle motivazioni del provvedimento della Corte, usando quel marchio la società olandese avrebbe beneficiato senza alcun titolo della “reputazione e del consistente potenziale di vendita” del marchio Beatles. Di più. Sebbene una sedia a rotelle automatica non sia proprio in sintonia con l’immagine che il grande pubblico conserva dei Fab Four, e dunque l’abbinamento tra i due “prodotti”, se non altro nella mente dei consumatori, sia tutt’altro che spontaneo, l’utenza di riferimento della You-Q è costituita prevalentemente da soggetti nati prima o durante gli anni Sessanta, un target, questo, potenzialmente influenzabile nell’acquisto di un apparecchio denominato “Beatle”. “Il nome del gruppo (I Beatles, ndr)”, tuona la sentenza emessa giovedì scorso, “ha un grande prestigio se riferito a dischi, video e film, e altresì una reputazione, anche se decisamente minore, rilativa a prodotti di ‘merchandise’ come giocattoli e giochi. Inoltre, questi marchi hanno un carattere distintivo tale per cui, quando ci si trova dinnanzi a un vasto pubblico, in particolare negli Stati membri della Ue non anglofoni, si pensa immediatamente al gruppo omonimo e ai suoi prodotti”. In parole povere, la Apple Corps ha avuto la meglio anche stavolta. E i Beatles non viaggeranno mai più su una sedia o rotelle.