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Music Biz

Andrea Bocelli: “Io negazionista? Il mio era un messaggio di ottimismo e speranza”

Il tenore torna a parlare di Covid dopo le polemiche dei mesi scorsi.

Andrea Bocelli torna a parlare del Covid-19 e corregge il tiro rispetto alle dichiarazioni dei mesi scorsi. Ospite di Che tempo che fa, dove ha avuto modo di presentare il suo nuovo album Believe, il tenore di Lajatico si è scrollato di dosso l’etichetta di negazionista che gli era stata affibbiata in seguito a un’uscita infelice risalente al luglio scorso.

«Mi sono sentito umiliato e offeso come cittadino quando mi è stato vietato di uscire di casa. Devo anche confessare – aveva detto mesi fa intervenendo al convegno in Senato "Covid-19 in Italia: tra informazione, scienza e diritti" - e lo faccio qui pubblicamente, di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto perché non mi sembrava giusto né salutare. Ho una certa età e ho bisogno di sole e di vitamina D. Ho visto che le cose non erano così come ci venivano raccontate e i primi confronti li ho avuti in casa, sono stato fustigato quando ho cominciato a esprimere qualche dubbio su questa cosiddetta pandemia».

Nel salotto di Fabio Fazio, Bocelli è tornato sull’argomento: «Il dolore toglie la dignità all’uomo. La sofferenza all’inizio del terzo millennio è una cosa inconcepibile. Questa cosa è stranissima, ho lottato sempre contro la sofferenza, fisica e morale. Io negazionista? Ho avuto il Covid-19: non solo io, ma tutta la mia famiglia. Il Covid mi tolse completamente la voce, l’ho avuta a zero per quindici giorni. Sono stato completamente muto. Il mio era un messaggio di ottimismo e speranza. Credo che in ogni condizione, anche nella più difficile, ottimismo e speranza facciano bene. Per combattere qualunque tipo di difficoltà sono elementi fondamentali. Lasciare il campo alla disperazione rappresenta la fine».

Chiarita la propria posizione, il 62enne artista toscano ha parlato del proprio album, che ha presentato esibendosi al pianoforte: «Questo disco – ha spiegato – è frutto del periodo che stiamo vivendo. Abbiamo avuto modo di stare molto in casa, di pensare, di riflettere. Mi è venuta voglia di fare un disco che parlasse allo spirito, invece che ai sensi».

(Credits photo: Getty)

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