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MUSIC BIZ

Leo Gassmann critica i colleghi: “Canzoni violente e maschiliste”

Redazione 105

Il cantante si è scagliato contro l’uso di canzoni sempre più intrise di odio e di violenza in un’opinione che ha trovato il favore del web

La musica di oggi è violenta e maschilista? Leo Gassmann, figlio e nipote d’arte (rispettivamente degli attori Alessandro e Vittorio) e vincitore del Festival di Sanremo 2020 nella categoria “Nuove proposte” non ha dubbi: è così. Un fenomeno a suo dire preoccupante, specie visto quanto i recenti fatti di cronaca ci raccontano ogni giorno. Il cantante ha lanciato il suo grido d’allarme attraverso un post sul suo account di X, ex Twitter. Ha scritto: “Banalissima opinione che non vuole screditare nessuno. Oggigiorno però ci sono delle canzoni che vanno virali sui social che sono di una violenza e un maschilismo imbarazzanti. Questo un po’ a me spaventa. Che ne pensate?”.

Le idee dell’artista non sono certo passate inosservate e anzi ha trovato il favore di tanti che, come lui, si sono chiesti dove sia il confine tra la libertà di espressione e l’uso di frasi sessiste, violente e contro le donne. C’è chi ha replicato al suo Tweet asserendo, senza titubanze: “Hai ragione, punto”. Un altro utente era della stessa idea e lo ha lodato: “Qualcuno che parla la lingua della verità c’è, allora”. E a quanto pare non è l’unico a pensarla così, non solo tra i “NIP”, ma anche tra i suoi colleghi. 

Parole simili aveva infatti espresso in una recente intervista anche Stash dei The Kolors. Il leader della band che ha dato vita al tormentone dell’estate Italodisco ha infatti fatto una panoramica del mondo della musica dei nostri giorni parlando proprio delle terribili notizie che sentiamo e leggiamo nei telegiornali, nelle radio o sui giornali. Il cantante ha sostenuto una tesi molto simile rispetto a quella di Gassmann: “I brani del momento sono diventati famosi perché intrisi di violenza. Non faccio nomi. Dico solo che chi li ascolta può voler emulare certi atteggiamenti da bullo e da gangster, credendo pure che gli artisti dietro a quei testi si comportino esattamente come cantano”.

In realtà, però, non è affatto così. Tutto è solamente finzione, in una sorta di sfida a chi scrive le rime più violente: “Spesso si tratta di bravi ragazzi che scelgono le rime più cattive e le immagini più crudeli. Da una parte mi fanno tenerezza, dall’altra mi fanno incazzare: non si rendono conto dell’impatto delle loro parole? Non riescono proprio a capire che la musica è potente e può smuovere le generazioni”.

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