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Music Biz

Renga e Nek insieme a Sanremo: “Siamo una boyband in età adulta”

Redazione 105

I due artisti saliranno sul palco dell’Ariston insieme dopo un tour che li ha portati in giro per tutta l’Italia e un album che porta i loro nomi

Renga e Nek sono due veterani del Festival di Sanremo. hanno infatti all’attivo 15 partecipazioni in due, 10 Renga e 5 Nek con una vittoria (Renga nel 2005 con Angelo) e un secondo posto che sa di vittoria (Nek con Fatti avanti amore nel 2015). Quest’anno però si esibiranno insieme come se fossero “una boyband in età adulta” come si autodefiniscono. Due artisti, ma soprattutto due amici che hanno avuto il tempo di conoscersi dopo aver portato il loro tour in giro per l’Italia (già in passato ne avevano fatto un altro con Max Pezzali) e aver scritto un album a quattro mani che porta i loro nomi. E adesso è tempo di Pazzo di te

Per loro il Festival sarà un banco di prova per “far vedere a tutti quello che facciamo insieme”. Salire sul palco insieme, inoltre, darà loro maggiore tranquillità permettendo, assicura Renga, di “affrontare tutto con più leggerezza, ce la godiamo meglio, la responsabilità è divisa e quindi... se sbaglio io è colpa di Filippo”. Certo Renga celebra quest’anno i 40 anni di carriera e tutto è cambiato dagli esordi: “Non solo è cambiato il campo di gioco, ma è proprio cambiato lo sport. E noi giochiamo in un campionato diverso”. C’è però un campionato in cui sono agguerriti: “Siamo pronti a metterci in gioco con il FantaSanremo, ci stiamo attrezzando aiutati dai nostri figli”

Il brano che portano parla di un tema attualissimo: “Assistiamo sempre più spesso a rappresentazioni di amori tossici, malati, autolesionisti e distruttivi. Per questo, da uomini, abbiamo sentito l’urgenza di raccontare un amore assoluto, adulto, maturo. Un omaggio alle canzoni d’amore di un tempo lontano, quello dei Festival in bianco e nero”.

Quanto alla serata delle cover, hanno deciso di “bastarsi”: canteranno i loro successi senza invitare ospiti: “Siamo uno l’ospite dell’altro, con pezzi che sono diventati storici, anche grazie al Festival”. E se si chiede loro se potrebbero mai emulare Amadeus o un loro illustre collega come Claudio Baglioni, rispondono che all’Ariston saliranno sempre e solo da cantanti perché “per un artista sarebbe pressoché impossibile fare il direttore artistico. Amadeus ha fatto e sta facendo un gran lavoro, è sempre presente con tutti gli artisti e non è cosa da poco”. Loro invece preferiscono il contatto con la gente: “Il privilegio che abbiamo è che il pubblico cresce con noi, in una trasmissione reciproca di emozioni: noi arriviamo a loro, e loro a noi”.

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