music biz

Vasco Rossi e il rapporto con Sanremo: il mito dell’ultimo posto

Due brani iconici che hanno fatto la storia della musica italiana, ma anche della musica

Vasco Rossi e il rapporto con Sanremo: il mito dell’ultimo posto

Credits: Getty Images

20 Gennaio 2025

Redazione 105

Vasco Rossi, una delle icone più influenti della musica italiana, ha un rapporto controverso con il Festival di Sanremo. Vi ha infatti partecipato in due occasioni che sono rimaste memorabili nella storia della musica italiana segnando profondamente l’immaginario collettivo e contribuendo a costruire la leggenda del rocker ribelle. Il motivo? Non vinse mai, anzi, i risultati in termini di classifica furono pessimi

La prima apparizione di Vasco a Sanremo risale al 1982 con il brano Vado al massimo. All’epoca il rocker aveva già pubblicato quattro album ma ancora cercava la consacrazione a livello nazionale. La sua esibizione fu tutto fuorché tradizionale: l’ultima sera mise il microfono in tasca che gli cadde e lui nemmeno si preoccupò di raccoglierlo. Un gesto simbolico che manifestava il suo disprezzo per le regole del playback imposte dalla kermesse.

In quell’edizione, i partecipanti erano divisi in due squadre: la “Squadra A” (composta perlopiù da emergenti) e la “Squadra B” (quelli che oggi chiameremmo i big). Vasco era tra gli emergenti. La “Squadra A” fu sottoposta al giudizio delle giurie per accedere alla finale. Della classifica dei finalisti vennero rivelati solo i primi tre posti, mentre le altre vennero elencate in ordine alfabetico, facendo finire Vado al massimo in fondo all’elenco. Questo portò alla falsa credenza che ci accompagna tuttora che Vasco fosse arrivato ultimo.

Ma non è finita qui perché Vasco tornò a Sanremo l’anno successivo con Vita Spericolata, un altro brano destinato a diventare uno dei suoi più grandi classici. Anche qui, altro disprezzo per il playback. Abbandonò infatti il palco prima della fine dell’esibizione, lasciando l’Ariston ad ascoltare la sua voce registrata. Quanto alla classifica, Rossi fu questa volta fu inserito tra i big e riuscì ad accedere direttamente alla finale ma il pezzo si arrivò al 25º posto su 26 finalisti.

Insomma, il penultimo, dato che l’ultimo fu occupato da Pupo. Nonostante questo, Vita Spericolata trovò immediatamente il favore del pubblico, diventando un inno generazionale e confermando Vasco come la voce di chi rifiutava di conformarsi. L’album Bollicine, che conteneva il brano, ottenne il primo disco d’oro della carriera di Vasco.

Queste due partecipazioni a Sanremo sono emblematiche del fatto che non è affatto necessario vincere il Festival per lasciare un segno duraturo nella musica italiana. A ciò si aggiunge la leggenda dell’ultimo posto che col tempo si è trasformata in un mito. Tutto ciò per dimostrare che il vero successo non si misura con un posto in classifica, ma piuttosto con l’impatto che ha avuto negli anni a seguire.

Interviste

Radio 105 sempre con te!

Disponibile su