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Sanremo, Achille Lauro: chi è la misteriosa “S” della lettera

Redazione 105

Lauro porta a Sanremo un pezzo della sua vita, una testimonianza sincera di una crescita vissuta tra sogni, difficoltà e speranza

Sanremo è sempre stato un palcoscenico carico di emozioni, ma quest’anno Achille Lauro ha aggiunto un tocco di mistero con un gesto inaspettato. Dopo aver presentato il suo brano Incoscienti Giovani, infatti, il cantante ha inviato ai giornalisti una lettera struggente, firmata semplicemente da “S”. Un dettaglio che ha subito scatenato grande curiosità perché il contenuto della missiva svela un lato intimo e vulnerabile dell’artista, raccontando di un amore giovanile intrecciato a difficoltà, solitudine e crescita.

La lettera, che Lauro ha definito provenire dal suo “più grande amore”, dipinge il ritratto di un ragazzo sensibile e tormentato, segnato da un passato complesso e da un bisogno viscerale di esprimersi attraverso la musica e la scrittura. La lettera non svela chi è “S”, ma racconta un amore nato nell’adolescenza, in un periodo in cui Lauro era ancora un ragazzo magro, introverso e con i capelli rasati. Un giovane pieno di sogni, ma anche di ferite nascoste.

La missiva inizia così: “Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati. Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio”. Dalle parole di “S”, emerge un legame profondo, costruito sulla comprensione reciproca e sulla condivisione di un vissuto non sempre semplice. Lauro trovava rifugio in quella casa, in quella famiglia che lo accoglieva con affetto, mentre lui lottava per trovare il proprio posto nel mondo.

Nella lettera si svela come per Lauro la musica e la scrittura non sono mai state semplici passioni, ma strumenti per sopravvivere e dare un senso al caos interiore. “Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e, probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva. Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. È forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio. Io lo capivo”.

Le parole di “S” rivelano una sensibilità che pochi avevano colto all’epoca. Dietro l’apparenza sfrontata, Lauro era un ragazzo che trasformava il dolore in arte, costruendo pezzo dopo pezzo la sua identità artistica. Tuttavia il passato di Achille Lauro è stato segnato anche da momenti di estrema solitudine: “A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: ‘Tranquilli, sto da un amico’. Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio. Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa”. 

Le difficoltà familiari e un rapporto complicato con la figura paterna hanno reso ancora più doloroso quel periodo. “Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore”.  L’ultimo passaggio della lettera è una riflessione sulla musica di Achille Lauro, che non è mai stata solo spettacolo o provocazione, ma il mezzo con cui ha raccontato le sue esperienze più intime: “Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi. Come questa”. 

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