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LDA: “Voglio essere giudicato per chi sono, non come ‘figlio di’”

Redazione 105

“Sono cresciuto con un cognome che non ho scelto, ma che porto con rispetto”

LDA, al secolo Luca D’Alessio, ha pronunciato un forte monologo a Le Iene incentrato sul fatto che per tanti è solamente il figlio di Gigi D’Alessio. Non viene considerato per il suo talento e per le sue canzoni, ma anzi viene criticato perché considerato raccomandato. E così ha voluto rivolgersi proprio a chi la pensa così, con un’intensa riflessione su questo tema.

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Tutto deve essere sudato il doppio 

Un discorso che inizia così, senza voler rinnegare le proprie origini: “Sono cresciuto con un cognome che non ho scelto, ma che porto con rispetto. Ho mosso i primi passi tra le note, in mezzo agli strumenti come lingua madre. Ho imparato tanto e tanto ancora devo imparare. Ma vi assicuro una cosa, nessun applauso si eredita. Ogni palco, ogni studio, ogni nota che scrivo o suono devo sudarmela il doppio, perché per molti non sono Luca, sono il “figlio di”. E mi chiamano raccomandato solo perché il talento non può convivere con un cognome noto, come se il cognome potesse suonare al posto mio”. 

Una situazione comune a tanti 

Eppure la sua situazione è comune a tante altre persone che hanno avuto genitori famosi o che scelgono la stessa professione della madre o del padre. “Ma forse non sono solo. Chiunque segua le orme dei propri genitori è costretto a vivere con una presunzione di colpevolezza. È questo lo specchio di un Paese dove spesso il successo altrui è vissuto come un’ingiustizia e non come uno stimolo. Dove il confine tra nepotismo e continuità si confonde e l’invidia sociale diventa più forte del merito, qualunque esso sia. Ma perché un sospetto può valere più del sacrificio?”.

L’appello a essere giudicato solo per quello che è

Infine un appello a ribaltare questi preconcetti e giudicarlo semplicemente come LDA e non come Luca D’Alessio: “Se avessi scelto un altro mestiere invece del cantante, avrei ricevuto le stesse critiche? A questa domanda, onestamente, non so ancora dare una risposta. Io, come tanti, non chiedo sconti ma la possibilità di essere capito, ignorato, criticato o anche amato solo per quello che faccio, solo per quello che sono”.

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