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Credits: Twitter
30 Marzo 2020
Sono in prima linea, accanto ai malati, non mollano perché sanno che il loro lavoro è indispensabile per far finire al più presto questo incubo; sono degli eroi eppure ogni giorno per loro è sempre più dura non poter nemmeno ricevere l’abbraccio e l’affetto dei propri familiari dai quali, anzi, devono stare ben lontani per il timore di infettarli. Stiamo parlando dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari che in questi giorni terribili si stanno sacrificando per tutti noi.
Sui social è diventato virale un video che racconta il dramma di Nasser Ali Al Shahrani, un medico nell’Ospedale King Salman di Riad, in Arabia Saudita: anche questo dottore è impegnato sul fronte Coronavirus e il suo pianto è diventato un simbolo di quanto stanno vivendo i suoi colleghi in tutto il mondo.
Nel video in questione si vede il dottore che varca la porta di casa e viene raggiunto dal figlio piccolo che corre verso di lui a braccia tese, con l’intento di abbracciare suo padre: “No, no”, dice l’uomo, negando quell’abbraccio al suo bambino, per poi inginocchiarsi e scoppiare a piangere. Per quanto sia dura, Nasser sa che non può abbracciare il figlio e rischiare di contagiarlo, e quindi resiste, ma si lascia andare a uno sfogo che fa davvero commuovere.
A Saudi doctor returns home from the hospital, tells his son to keep his distance, then breaks down from the strain. pic.twitter.com/0ER9rYktdT
— Mike (@Doranimated) March 26, 2020
In un’intervista per la stampa locale, il medico ha spiegato di aver voluto condividere questo video per sensibilizzare tutti di fronte ai pericoli del Covid-19, invitando tutti alla massima prudenza per evitare contagi, e poi per far capire il dolore di chi, come lui, vive questa tragedia in prima persona, assistendo i malati. Prima di tornare a casa dall’ospedale, Al Shahrani chiama sempre sua moglie per avvisarla e chiederle di trattenere i figli affinché non lo salutino fino a che non si sarà cambiato i vestiti e fatto una doccia; il dottore torna a casa con degli abiti da lavoro, anche se non sono gli stessi che usa in corsia, per essere riconoscibile dalle autorità durante il coprifuoco di questi giorni.