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Prenotano un tavolo a Lignano a nome “Centro stupri” e se lo scrivono anche sulla maglietta

L’iniziativa shock di un gruppo di ragazzi fa discutere ma loro si difendono: “È stata una sciocchezza”.

A Lignano Sabbiadoro sabato sera, in occasione del compleanno di uno di loro, un gruppo di sette ragazzi friulani ha prenotato un tavolo in una discoteca a nome “Centro stupri”: nel corso della serata, i giovani si sono anche scattati delle foto in cui esibivano orgogliosamente il cartellino della prenotazione per poi postarle sui social. Sempre sui loro profili, tra l’altro, qualche giorno prima i ragazzi avevano postato altre immagini che li ritraevano mentre indossavano delle t-shirt con su scritto “Centro stupri” e poi sotto il soprannome di ciascuno di loro. In altre foto alcuni ragazzi, inoltre, posavano con alcuni oggetti come una frusta e una ball bag, uno strumento utilizzato come bavaglio nel bondage.

Sul web qualcuno ha notato queste foto sconcertanti e li ha criticati: loro hanno reagito offendendo pesantemente chi li criticava, con insulti razzisti e sessisti. La vicenda, portata alla luce inizialmente da tpi.it, è poi finita su tutti i giornali e anche sul tavolo della Digos, che ha avviato un’indagine nei confronti dei sette ragazzi con l’aiuto della Polizia Postale.

Da quanto emerso, le indagini hanno lo scopo di accertare eventuali responsabilità a livello penale e amministrativo. Innanzitutto, il gestore del locale dovrà chiarire perché ha accettato una prenotazione telefonica con quel nome e perché non è intervenuto chiamando le forze dell’ordine quando i giovani si sono presentati in quel modo. Interpellato da Tpi, uno dei ragazzi, insieme al padre si è scusato per l’accaduto: “Ho fatto una scemenza – ha detto – è grave, non voglio giustificarmi e mi dissocio da alcune frasi che non ho scritto io. Non ho valutato le conseguenze e il potere dei social”. Il padre si è detto molto dispiaciuto e ha definito il gesto del figlio come “ingiustificabile”. Gli altri ragazzi, invece, non hanno rilasciato dichiarazioni, almeno per il momento.

Pina Rifiorati, avvocato di diritto di famiglia e presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Udine, è intervenuta sulla vicenda, invitando i genitori dei ragazzi a non sottovalutare quanto accaduto, classificandolo come “bravata”: “Bisogna richiamare i nostri figli sulla gravità delle loro azioni – ha detto, in un’intervista al Messaggero Veneto -  Mia figlia mi ha detto di avere trovato sconvolgente la superficialità e la leggerezza con cui certi ragazzi ridicolizzano lo stupro. Neppure lei riesce a spiegarsi come se ne possa ridere e pensa che chiamare così un tavolo in discoteca nasconda una considerazione della donna, e delle ragazze in generale, veramente retrograda e triste. Punta dell’iceberg di un’ignoranza senza limiti. Proprio non capisco – ha aggiunto - cosa possa portare un ventenne a concepire così un rapporto con una ragazza. In un momento come quello attuale, in cui tutte le forze della società civile sono impegnate a combattere le violenze e le discriminazioni di genere, trovo questo episodio scandaloso. Tanto più, in quanto avvenuto in una discoteca, che è un luogo di aggregazione”.

L’episodio sta facendo indignare il popolo del web per la sua gravità e sono in tanti a chiedere pene più severe per prevenire certi gesti e far sì che queste nuove generazioni, ormai evidentemente allo sbando, imparino l’educazione e il rispetto verso le donne e verso il prossimo in generale.

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