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Ristoratori vittime di omofobia con una lettera anonima: “Siete gay, i clienti hanno paura di mangiare da voi”

I titolari di una pizzeria di Torino hanno reso pubblica la missiva che hanno ricevuto e alla quale hanno risposto per le rime.

Ristoratori vittime di omofobia con una lettera anonima: “Siete gay, i clienti hanno paura di mangiare da voi”

Credits: Facebook

07 Ottobre 2020

Gaetano e Stefano sono i titolari di una pizzeria di Torino e sono omosessuali. La coppia ha ricevuto una lettera anonima scritta a macchina in cui vengono vilmente attaccati per il loro orientamento sessuale. Per questo motivo i due ristoratori vittime di questo indegno attacco di omofobia hanno deciso di denunciare quanto hanno vissuto, pubblicando la lettera ricevuta su Facebook.

La missiva è indirizzata agli “egregi signori titolari della pizzeria 150”: “In un momento in cui tutti hanno voglia di riaprire e ricominciare dopo una lunga pausa, voi due decidete di non riaprire all’ora di pranzo. Motivo sconosciuto… – si legge nel messaggio – Considerando, però, che ho saputo da poco che siete due noti cu****oni (io sono di Milano e da noi si dice così), penso che il male maggiore ce l’abbiate in corpo già voi (aids). Per cui siamo noi clienti ad aver paura nel venire da voi (anche la sera). Buonanotte”.

Gaetano e Stefano hanno deciso di rispondere sui social al vigliacco che li ha offesi in forma anonima: “Useremo un linguaggio esplicito e volgare, ci scusiamo, ma siamo convinti che per comunicare con certe teste, altro non funzioni – avvisano all’inizio del loro post, per poi rivolgersi all’autore della lettera – Questa mattina, riceviamo per posta questa lettera che alleghiamo in foto, dove un sedicente cliente di Milano ci informa che contrariato per la nostra decisione di non aprire la pizzeria momentaneamente al mattino ed avendo scoperto che (rullo di tamburi ) i proprietari della pizzeria hanno 'il c**o chiaccherato', quindi ovviamente malati, non verrà più a mangiare da noi né a pranzo ne cena".

"Grazie mille testa di c***o - prosegue il post - Adesso ti spiegheremo anche il perché. Oltre che a metterci la faccia sempre e comunque, siamo orgogliosamente convinti che il nostro locale, aperto a tutti e a tutte le forme di pensiero, davvero non abbia bisogno di c*****i come te. Ci siamo sforzati di trovare un nesso tra la mancata riapertura del negozio a pranzo e la nostra vita privata, dopo qualche ora siamo giunti alla conclusione che probabilmente avresti bisogno di uno psichiatra, fai tesoro dei consigli che ti diamo”.

In genere, abituati da sempre a vivere la nostra vita liberi e felici... abbiamo serie difficoltà a considerare le tue parole offensive – hanno proseguito i due ristoratori - Non ci hai messo neanche la faccia. Ti nascondi dietro una letterina ina ina, perché non sei in grado di sostenere ciò che pensi, già questo ci dice abbastanza di te, Tra l’altro, mentre noi si vive felici e contenti, tu spendi tempo per metterti lì a scrivere a macchina, imbustare, uscire di casa fino alla posta, spendere dei soldi per un francobollo”. I clienti affezionati dei due giovani pizzaioli hanno manifestato la loro solidarietà nei commenti ai post con i quali la coppia ha raccontato la vicenda. 

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