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Dopo la pandemia i dipendenti tornerebbero in ufficio solo con un aumento

Un sondaggio tra gli impiegati di Londra racconta cosa ne pensano i lavoratori del ritorno in presenza

Dopo la pandemia i dipendenti tornerebbero in ufficio solo con un aumento

10 Agosto 2021

Redazione 105

Se tornare in ufficio vuol dire aumento, volentieri, altrimenti anche no, questa è un po’ quello che emerge da un sondaggio effettuato tra gli impiegati di Londra per tastare il terreno sul ritorno in ufficio in presenza dopo la pandemia. 

Dopo 16 mesi trascorsi a lavorare a casa, il ritorno in ufficio non è da tutti ben visto, anzi. I risultati della ricerca sono stati riportati da Bloomberg, da quanto si legge. solo il 17% ha dichiarato di voler tornare full time in ufficio come prima.
Il 43% sarebbe disposto a fare comunque ritorno alla scrivania, a fronte di un aumenti di stipendio. In media i lavoratori chiederebbero all’anno 5100 sterline (quasi 6 mila euro) che per molti pendolari corrisponde all’abbonamento annuale dei mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro. La ricerca ha anche sottolineato le difficoltà che le imprese stesse stanno riscontrando. Se i dipendenti dovessero davvero ricevere l’aumento richiesto si tratterebbe di un incremento medio del 15% di stipendio per i londinesi.
La soluzione migliore sembra essere quella ibrida con una parte del lavoro da svolgere in presenza e una parte in “smart”. I dipendenti non vorrebbero d’altronde perdere il contatto umano con l’azienda che a volte passa attraverso il classico caffè in ufficio o il confronto diretto. Ma non si può fingere che oggi il lavoro agile non sia un requisito fondamentale e ricercato da chi sta cercando lavoro: ci si aspetta che ogni impiego conceda almeno 2 giorni a settimana di smart working. Sicuramente la pandemia ha cambiato per sempre il mondo del lavoro dipendente, staremo a vedere che forma prenderà in futuro. 

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