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12 Ottobre 2021
Redazione 105
L’azienda danese dei Lego ha commissionato un sondaggio, condotto dal Geena Davis Institute on Gender in Media e il risultato ha portato a una decisione importante: se le bambine, infatti, non hanno alcun problema a giocare con i Lego destinati ai bambini maschi, lo stesso non vale al contrario: il 71% dei bambini intervistati ha confessato di aver paura di essere preso in giro qualora utilizzasse scatole vendute come "giocattoli per ragazze". Non solo, ma lo stesso disagio è vissuto dai genitori dei bambini che scelgono giocattoli destinati al sesso opposto; così l’azienda di mattoncini ha tolto ogni etichetta di genere, suddividendo i giochi per “passioni”, cioè temi che piacciono ai bimbi a dispetto del loro genere di nascita.
I sondaggi sono stati condotti su circa 7mila genitori e i loro figli di età compresa tra i 6 e i 14 anni in Cina, Repubblica Ceca, Giappone, Polonia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti e dimostrano che ancora una volta sono le bambine a essere più aperte a diversi tipi di giochi rispetto a ciò che i loro genitori e la società le incoraggiano a fare. Ad esempio, l'82% delle ragazze crede che sia giusto che giochino a calcio e che i bambini si esercitino a ballare.
La scelta di Lego segue la scia di una politica dei giocattoli sempre più unisex che lasci libera scelta a bimbi e rgazzzi. In quest’ottica già Hasbro aveva fatto un passo avanti, rendendo il il personaggio di Toy Story genderless, da Mr/Mrs Potato a Potato e basta, togliendo così la forte connotazione maschile/femminile in modo che ognuno si riconoscesse nella sua patata preferita, a prescindere dal sesso.