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I Savoia reclamano alcuni gioielli custoditi dalla Banca d’Italia
I discendenti del re vogliono indietro i brillanti e le perle abbandonati dal ‘46
I Savoia avrebbero avanzato pretesa di riavere alcuni gioielli custoditi dalla Banca d’Italia dla 1946, cioè dalla nascita della Repubblica. Si tratta di 6732 brillanti e circa 2000 perle che ornano collier, diademi e spille; il tesoro si trova in uno dei caveau della Banca d’Italia. Pochi giorni dopo il Referendum che sancì la nascita della Repubblica, il ministro della Real Casa, Falcone Lucifero fu incaricato da Umberto II, che poi andrà in esilio, di consegnare i gioielli all’allora governatore della Banca d’Italia, Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica. I gioielli venenro consegnati con questa dicitura: “Si affidano in custodia alla cassa centrale, per essere tenuti a disposizione di chi di diritto, gli oggetti preziosi che rappresentano le cosiddette gioie di dotazione della Corona del Regno”. Una formula nebulosa a cui non seguì una confisca ufficiale, motivo per cui l’avvocato della famiglia Savoia, Sergio Orlandi, è fiducioso di poterli restituire ai suoi assistiti; secondo lui i Savoia riavranno i gioielli. Ma a quanto ammonta tutto l’ambaradan? C’è chi stima che possano valere anche 300 milioni di euro, mentre Gianni Bulgari che li visionò negli anni ‘60 ne riduce il valore a pochi milioni di euro.
Una richiesta di restituzione dei gioielli era già stata avanzata il 29 novembre del 2021 dall’avvocato Orlandi con l’invio di una raccomandata, ma la replica arrivò puntuale da parte degli avvocati Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino che, per conto della Banca d’Italia, bocciarono la richiesta con queste parole: “La restituzione non può essere accolta, tenuto conto delle responsabilità del depositario”. A reclamare i gioielli sono gli eredi dell’ultimo re d’Italia, re Umberto II: il principe Vittorio Emanuele di Savoia e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice. Stiamo a vedere chi si potrà tenere i brillanti!