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28 Febbraio 2022
Redazione 105
Se il pene avesse tuttora un osso al suo interno, non bisognerebbe per forza ricorrere all’afflusso sanguigno e all’eccitazione per avere un pene eretto e performante. La scienza suggerisce che i nostri antenati fossero dotati di osso del pene, poi abbandonato durante l’evoluzione, e secondo uno studio, sarebbe colpa della monogamia.
Moltissimi mammiferi hanno infatti un osso che sostiene il pene, questo garantisce una penetrazione più lunga; un’ottima caratteristica in quelle specie dove la competizione sessuale è molto alta. Secondo uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, anche i primati ancestrali avevano il baculum, ossia l’osso del pene, scomparso durante l’evoluzione circa 100 milioni di anni fa!
Matilda Brindle, prima autrice del lavoro, ha commentato: "I nostri risultati suggeriscono che il baculum svolge un ruolo importante nel supportare le strategie riproduttive nelle specie in cui i maschi affrontano alti livelli di competizione sessuale postcopulatoria. Il prolungamento della penetrazione aiuta il maschio ad assicurarsi che la femmina non si accoppi con altri concorrenti, aumentando le possibilità di trasmettere il proprio materiale genetico":
Scimpanzé e bonobo, le specie più simili a noi, hanno ancora il baculum, essendo caratterizzati da sistemi di accoppiamento poligami in cui i livelli di competizione sessuale tra i maschi sono molto alti, per questo probabilmente hanno conservato un osso nelle parti intime, anche se di piccole dimensioni. Quindi la scomparsa dell’osso sarebbe dovuta alla monogamia. Per una donna sola, basta la buona volontà a fare funzionare tutto.