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La nuova frontiera della psichiatria è curare i disturbi mentali con sostanze psichedeliche
L’esketamina è già approvata, al vaglio Mdma e psilocibina
I disturbi mentali sono una bella gatta da pelare per la sanità che stenta a fare progressi, ormai da decenni. La soluzione farmacologica più allettante potrebbe consistere nell’uso di alcune sostanze psichedeliche, opportunamente dosate e testate.
Per alcuni studiosi sarebbe possibile affiancare la psicoterapia a protocolli terapeutici che prevedano l’assunzione controllata di psilocibina (principio attivo dei cosiddetti ”funghetti allucinogeni”), lsd, mdma e altre sostanze psicoattive, al fine di massimizzare i benefici di esperienze simili, minimizzando gli eventuali rischi.
Uno studio sul Journal of Clinical Psychiatry, ha analizzato i dati provenienti da precedenti sperimentazioni di psicoterapia psichedelica pubblicati su riviste scientifiche prima di novembre 2005, i ricercatori hanno quindi valutato l'associazione tra terapia psichedelica e suicidalità. Quello che è emerso è una duratura diminuzione degli indicatori su cui si calcola la propensione al suicidio.
L’ostacolo più grande nell’applicazione di questi protocolli medici “particolari” è il fatto che esistano poche sperimentazioni fatte in passato, a causa dei pregiudizi morali e sociali vigenti intorno a quelle che vengono considerate “droghe”. Recentemente la prospettiva sta cambiando, soprattutto negli USA e il mondo sicentifico si è aperto al vaglio di queste possibilità. Eppure alcuni coraggiosi ne avevano sperimentato l’utilizzo terapeutico già negli anni 50: le droghe psichedeliche venivano utilizzate per per curare l'alcolismo e altre forme di dipendenza, per aiutare la socialità delle persone con autismo, per alleviare ansia e depressione nei malati terminali. Fu il presidente Richard Nixon nel 1970 a vietare definitivamente l'utilizzo, anche per scopi medici.
Solo recentemente si è riaperta la questione e una sostanza come la ketamina si è rivelata particolarmente adatta per la terapia della depressione, portando allo sviluppo di un suo derivato, l'esketamina, che ha ricevuto l'approvazione per il trattamento delle forme di depressione resistenti ai farmaci. L'Lsd rimane invece ancora poco studiato, a causa della potenza dei suoi effetti, ma è considerato promettente per il trattamento di disturbi dell'umore, ansia, e anche emicranie.