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Il primo orecchio costruito con cellule vive e stampa in 3d è stato impiantato su una donna
La paziente era affetta da Microtia e non aveva parte dell’orecchio
Un team di chirurghi è riuscito a impiantare in una paziente un orecchio realizzato con cellule umane e stampato in 3D. La donna era affetta da microtia, un difetto congenito che comporta il mancato o parziale sviluppo di uno o entrambi i padiglioni auricolari esterni. Questa malattia genera insicurezza e disturbi dell’umore e può causare episodi di bullismo, soprattutto nei bambini. Secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention, la microtia colpisce circa un bambino ogni 2.000-10.000, soprattutto maschi. Fino ad oggi gli interventi correttivi prevedevano l’utilizzo di materiali sintetici oppure tessuti prelevati dalle costole del paziente; questa nuova tecnologia utilizza invece cellule prelevate direttamente dall'orecchio coltivate e inserite in uno stampo. Lo stampo viene costruito fedelmente rispetto all'orecchio del paziente e usato anche per creare un guscio biodegradabile che fa da sostegno al nuovo tessuto e che nel tempo viene riassorbito. Il metodo della ricostruzione con cellule vive dovrebbe permettere di avere un orecchio fedele e ugualmente elastico. La tecnica usata in questo caso per la ricostruzione dell’orecchio potrebbe essere utilizzato per altre condizioni di danno alla cartilagine, come difetti o lesioni del naso, della colonna vertebrale, delle articolazioni.
Intanto, il Dott. Bonilla, il medico che ha effettuato l’impianto del primo orecchio con cellule vive e stampo 3d, ha dichiarato: “Come medico che ha curato migliaia di bambini con microtia da tutto il paese e in tutto il mondo, sono ispirato da ciò che questa tecnologia può significare per i pazienti con microtia e le loro famiglie”.