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I rimpianti di Mario Balotelli: “Non ho mai creato una famiglia”

Il calciatore si è aperto sulla sua vita privata, spaziando dalle relazioni che ha avuto, al rapporto con i figli sino a quelli con la sua famiglia d’origine

I rimpianti di Mario Balotelli: “Non ho mai creato una famiglia”

Credits: Getty Images

26 Aprile 2023

Redazione 105

Mario Balotelli è stato ospite di Fedez nel suo podcast Muschio Selvaggio e ha parlato anche della sua vita privata, in particolare di quella “amorosa” e di padre. Il calciatore trentaduenne ha infatti due figli, nati da due diverse relazioni, a cui è molto legato: Pia e Lion. Pia ha undici anni ed è nata dall’amore con Raffaella Fico, seppur il riconoscimento sia avvenuto ufficialmente solo nel febbraio 2014 dopo un lungo processo mediatico in tribunale. Lion, invece, è nato nel 2017 dall’unione con Clelia Carleen, bancaria e modella. 

Tuttavia Balotelli non è riuscito a “mettere su famiglia” con nessuna delle due, ma anzi è conosciuto per i suoi molteplici flirt (il più noto è quello con Fanny Neguesha) e relazioni lampo. E proprio su questo si è incentrato il bomber: ha ammesso di aver sempre faticato a mantenere a lungo una storia d’amore. Ha sostenuto di avere non pochi rimpianti per questo motivo: “Non ho mai creato una vera famiglia, nel senso che stare con una donna, amarla, sono cose che non ho mai avuto in vita mia. La cosa difficile è non avere sempre i figli con me, questo mi arreca tristezza, ma mi sono abituato”. 

Il calciatore ha anche parlato della sua infanzia non semplice. È nato a Palermo da una famiglia di immigrati ghanesi che si sono poi trasferiti a Bagnolo Mella, nel Bresciano. Per i primi tre anni di vita ha avuto gravi problemi di salute all’intestino per i quali è stato sottoposto ad una serie di interventi chirurgici. “Sono stato due anni in ospedale”, ha svelato. Proprio per questo e per difficoltà economiche, i suoi genitori naturali – Thomas e Rose – chiesero aiuto ai servizi sociali. Ciò portò Mario ad essere affidato alla famiglia Balotelli, dove è cresciuto insieme agli altri tre figli della coppia da quando aveva quattro anni.

La cosa ha segnato molto il giocatore dell’FC Sion: “Quando sono andato in affidamento ne ho sofferto. All’inizio non lo capivo, ero troppo piccolo, ma una volta cresciuto ho avuto il coraggio di parlarne e affrontarlo e capito che la mia famiglia lo ha fatto per me, perché non potevano darmi ciò di cui avevo bisogno, mi hanno aiutato”. Nonostante l’adozione, Mario è rimasto comunque in buoni rapporti con la famiglia d’origine, in particolare con il fratello Enock. “Durante la settimana stavo con la famiglia affidataria e magari nel fine settimana con la famiglia naturale, quindi alla fine noi due stavamo sempre insieme”. Un rapporto molto stretto che li ha portati anche a vivere insieme ai tempi in cui Mario giocava nel Manchester.

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