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Ecco il tatuaggio porta sfortuna: parola di tattoo artist
Un tattoo artist che vanta una lunga carriera nel settore ha spiegato quale, tra tutti, sia il tatuaggio che porta maggiore sfortuna
Il tattoo artist Justin Stubbs, che gestisce il Korpus Tattoo Studio a Brunswick, a Melbourne, ha raccontato nel corso di un’intervista qual è, secondo lui, il tatuaggio che, tra tutti, porta più sfortuna nella vita (soprattutto sentimentale) delle persone a cui l’ha disegnato e impresso sulla pelle.
Per farlo è partito da un’osservazione diretta dell’attività di tattoo artist sul campo: nei suoi sette anni di produzione ha infatti notato che vi è una tendenza ormai consolidata quando qualcuno arriva da lui e gli chiede di farsi tatuare il nome del partner - o simile - sul proprio corpo.
Justin ha spiegato: "Dacché tatuato, ho notato che farsi tatuare il nome di un partner è qualcosa che porta davvero sfortuna”. Aggiungendo: "Lo so che può sembrare una strana superstizione da tattoo artist quale sono, ma posso assicurarvi che questo tipo di tatuaggio porta sfortuna alla relazione".
Ma Justin non è l'unico esperto di tatuaggio a pensarla così: altrove Geoff Ley, che ha lavorato presso la clinica specializzata per la rimozione di tatuaggi laser Ink Undone, afferma di aver visto tantissimi tatuaggi tributo alle relazioni che devono essere rimossi una volta che la storia d'amore ha fatto il suo corso.
Geoff, che ha lavorato nel settore per un decennio, ha spiegato: “Questo tipo di tatuaggio sembra essere un vero e proprio bacio della morte per la relazione. Dei nomi, delle iniziali e dei cuori d'amore che ho rimosso, quasi tutti dicono che la relazione stava andando molto bene fino a quando non si sono tatuati".
Justin Stubbs ha dato anche una personalissima lettura della cosa: “La maggior parte delle volte è una cosa impulsiva, che vede le persone andare in uno studio walk-in dove puoi farti tatuare sul posto. È infatti tipico di una fascia demografica più giovane di diciottenni, che sono ancora in quella fase impulsiva della vita e non capiscono davvero la longevità di ciò che stanno facendo”.