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L’evoluzione dell’orifizio anale: arriva lo studio dettagliato
Uno studio che non solo spiega l’origine dell’orifizio anale, ma che racconta uno spaccato dell’evoluzione che fino ad ora rappresentava un vero enigma
Di tutte le parti anatomiche, l'ano è una delle meno “cool”. Associato a vari tabù (primo tra tutti, quello delle feci), la sua struttura e il suo funzionamento non sono proprio gli argomenti preferiti da trattare in una conversazione con gli amici o con i parenti. Ma alcuni dicono che questa avversione anale si è diffusa nel mondo della scienza, dove a volte gli studi sull'ano vengono evitati.
Ma l'ano in realtà non merita un simile trattamento. Per quegli organismi che ce l’hanno, la sua esistenza spesso segna la capacità di un animale di digerire in modo più efficiente e crescere più di quanto sarebbe altrimenti possibile. E, come scrive Matt Walker, "la storia dell'origine dell'ano è in realtà una storia su come gli animali si sono evoluti, si sono discostati l'uno dall'altro e sono diventati creature sofisticate".
Ora, una coppia di scienziati norvegesi spera di stimolare ulteriori studi sullo sviluppo evolutivo e molecolare dell'ano con il proprio articolo, appropriatamente intitolato "Arrivare al fondo dell'evoluzione anale", recentemente pubblicato sulla rivista Zoologischer Anzeiger.
Non è solo la schizzinosità che impedisce a tali ricerche di essere al centro dell'attenzione. Lo studio dell'evoluzione anale è meno diretto di quello dello sviluppo di altri organi. Come sottolinea Walker, "l'aspetto dell'ano è indissolubilmente legato all'evoluzione del sistema digestivo", il che significa che, in poche parole, esiste una vasta gamma di ani nel mondo, così come esistono diversi tipi di processi digestivi. Ciò rende estremamente complicato stabilire l'origine di quella parte del corpo.
Alcuni animali con vie digestive semplici hanno un'unica per digestione ed escrezione, mentre altri organismi ancora più semplici, come la tenia, non hanno alcun tratto digestivo e nemmeno l'ano. E poi ci sono le creature che, come ha sottolineato uno degli autori dell'articolo, hanno un ano "transitorio", cioè un'apertura che può apparire e scomparire durante la vita di un animale. Aggiungete a tutto questo il fatto che si è scoperto che alcuni gruppi di animali avevano ani e poi si sono evoluti per escluderli, e avrete in qualche modo risolto un po' di enigma evolutivo.