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Il criminologo Massimo Picozzi riflette sulle relazioni tossiche

Redazione 105

Massimo Picozzi ha voluto dedicare una parte del podcast C.S.I. Milano in onda su Radio 105 al tema molto delicato ed attuale delle relazioni tossiche che spesso sfociano in comportamenti oppressivi o in femminicidi

Durante il consueto appuntamento con Massimo Picozzi a 105 Friends, non si poteva evitare un accenno al tema che tristemente tutti i TG, i giornali e le radio stanno affrontando: il femminicidio di Giulia Cecchettin. Più che concentrarsi su quanto è avvenuto, di cui tutti siamo già a conoscenza, il criminologo ha invitato a riflettere su una lista di domande e risposte per aiutare a riconoscere alcuni dei meccanismi ricorrenti nelle relazioni tossiche

Ma sentiamo le sue parole, iniziando con la proposta di Picozzi di partire dalle scuole sia per l’educazione in merito che per il sostegno a chi mostri problemi di possessività. “La cosa ideale sarebbe usare professionisti dell’igiene mentale per insegnare, potenziare i servizi di psicologia scolastica anche se una delle ultime notizie che è emersa su Filippo, l’assassinio di Giulia, è che aveva cercato anche un appoggio da uno psicologo scolastico. Vista questa indiscrezione, capiamo che rimane sempre un alone di imprevedibilità. Quello che invece è certo e che non si riesce assolutamente ad abbattere è il numero di donne e di ragazze che vengono uccise dal compagno o dall’ex compagno”.

Ed ora una considerazione del criminologo rivolta non agli uomini, ma alle donne. “Ci sono alcune domande che vorrei tanto che ragazze o donne che ci stanno ascoltando si ponessero, riflettendo sulle risposte che poi ne derivano e tra queste domande: ‘Vi siete ritrovate spesso a coprirlo facendolo apparire migliore di quanto sia in realtà?’. ‘Vi ha mai umiliato in pubblico?’. ‘Vi siete mai sentite soffocate da lui?’. ‘Avete l’impressione che stando con lui la vostra autostima stia diminuendo?’. ‘La relazione sta danneggiando altri aspetti della vostra vita?’ E infine: ‘Avete spesso il desiderio che finisca tutto?’”.

Attenzione però a ciò che viene dopo essersi date queste risposte. Se si giunge all’amara constatazione che alcune o tutte queste domande hanno risposta affermativa, non bisogna pensare di essere il problema. Ed infatti Picozzi chiude con questo invito: “Ecco insieme a queste domande, le risposte su cui bisogna essere assolutamente convinte sono queste: non siete voi la causa del comportamento violento del vostro partner. Non lo dovete accettare perché siete esseri umani che come tutti meritano rispetto e amore”. Ricordiamo infine che per chiunque avesse bisogno di aiuto, è attivo il numero 1522 che fornisce assistenza e contrasto ai fenomeni di violenza sulle donne.

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