TUTTO NEWS

C.S.I. Milano: Massimo Picozzi racconta l’omicidio di Mares Porer

Il criminologo ci descrive un episodio che ha scosso una piccola comunità a causa dell’efferatezza e della pena ritenuta troppo lieve data agli imputati

C.S.I. Milano: Massimo Picozzi racconta l’omicidio di Mares Porer

Credits: Getty Images

21 Settembre 2023

Redazione 105

Nell’ultimo appuntamento con C.S.I. Milano, il podcast condotto da Tony & Ross con il criminologo Massimo Picozzi, si è parlato dell’omicidio di Mares Porer, avvenuto in un piccolo paese del varesotto, Lonate Cippino. Ventitré anni fa questo tragico evento scosse la comunità, sollevando molte preoccupazioni. Due giovani studenti quindicenni, uno di origine eritrea ma di nazionalità italiana, furono accusati di aver ucciso Mares Porer, una giovane prostituta ghanese di 22 anni. Il delitto avvenne durante una rapina, e i due ragazzi, inizialmente, negarono le accuse, ma alla fine confessarono dopo un lungo interrogatorio.

La dinamica del crimine fu ricostruita dagli investigatori. I due giovani si erano incontrati nella piazza del paese con l’intento di rapinare una prostituta, conoscendo bene i luoghi dove solitamente queste donne si incontravano con i clienti. Raggiunsero un boschetto in bicicletta, armati di determinazione criminale, imboccando una strada di campagna. Quando si furono appartati, all’improvviso uno dei due sferrò un’unica coltellata fatale all’aorta della prostituta senza apparentemente una ragione valida. Un delitto che a Picozzi è particolarmente caro, dato che fu lui stesso a seguirlo.

E infatti è proprio il criminologo che ci conduce all’interno del carcere Beccaria di Milano dove uno dei ragazzi, l’autore materiale dell’omicidio, era detenuto. L’altro, con una posizione giuridica meno grave, era agli arresti domiciliari. La visita a un istituto di pena minorile svela un’altra realtà: la maggior parte dei giovani detenuti proviene da contesti extracomunitari o da situazioni sociali svantaggiate, dove il crimine non è considerato devianza ma, in alcuni casi, l’unica via di sopravvivenza, spesso influenzata da famiglie con esperienze di carcere. La situazione all’interno è terribile, tra fatica, rassegnazione e sofferenza. 

Il delitto, come detto, fece scalpore. Nel 2000, prima dell’era dei social media e del populismo attuale, i commenti delle persone pubblicati sui giornali riflettevano la profonda preoccupazione per la sentenza emessa nei confronti dei due giovani. Alcuni ritenevano che la condanna di soli due anni di rieducazione ad un mero percorso di recupero fosse troppo mite per un omicidio, sottolineando la necessità di una punizione più severa. La preoccupazione principale era che la sentenza potesse trasmettere un messaggio sbagliato sulla valutazione della vita di una giovane prostituta di origine africana in una società dove episodi simili erano purtroppo comuni.

Ascolta qui sotto l’intervento completo di Massimo Picozzi in diretta a 105 Friends!

Interviste

Radio 105 sempre con te!

Disponibile su