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Perde la password del conto: aveva 200 milioni in bitcoin
“Ancora peggio dell'aver perso i soldi è stato il senso di colpa: non potevo credere di aver perso qualcosa di così importante, la mia fiducia in me stesso è arrivata sottoterra”
Immaginate di avere un bottino da 200 milioni in bitcoin e non potervi accedere. È quello che sta accadendo a Stefan Thomas, che a causa di una password dimenticata può solo osservare da lontano la sua fortuna. Inutile dire quanto l’uomo sia disperato: ha dimenticato la combinazione di numeri e lettere per accedere al suo conto e ora non può usufruire nemmeno di un bitcoin. Il suo bottino è intatto e lontano da lui.
La sua storia è stata ripresa anche dal Mirror, che ha fornito ai suoi lettori un identikit dell’uomo: Stefan Thomas è un programmatore tedesco che attualmente vive a San Francisco. Il primo pagamento in bitcoin l’ha ricevuto nel 2021 e ammontava a 7 mila sterline. Negli anni, ha deciso di investire questa cifra che nel tempo è lievitata, tanto da aver superato i 200 milioni. Il suo denaro, tuttavia, è protetto da una password che lui ha completamente dimenticato. Come se non bastasse, Stefan ha persino perso il foglio di carta sul quale aveva appuntato la parola segreta.
In un’intervista al Berliner Zeitung ha detto: “Quando ho realizzato... ero assolutamente disperato. Non sono riuscito a dormire per diverse notti e ho sofferto di depressione. Ancora peggio dell'aver perso i soldi è stato il senso di colpa: non potevo credere di aver perso qualcosa di così importante, la mia fiducia in me stesso è arrivata sottoterra”.
Ad oggi, quindi, non può avere accesso al suo denaro. Il sistema del conto fornisce 10 tentativi per accedervi, ma Stefan ne ha già utilizzati 8. Questo vuol dire che gli avanzano solo due chance di trovare la combinazione giusta. Nel caso sbagliasse altre due volte, il portafoglio digitale si chiuderà per sempre e sarà impossibile recuperare il bottino andato perso. Stefan è terrorizzato da questa possibilità e l’unica soluzione che ha trovato è quella di mettere al sicuro l’hard drive e provare a ricordare la password. “Anche esperti di tecnologie e aziende di recupero dati mi hanno contattato per supportarmi – ha raccontato – Tuttavia, devo andare avanti, così sono tornato a fare ciò che volevo davvero, e ciò che mi ha sempre motivato, vale a dire creare software che aiutino le persone”.