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Can Yaman dona tre dispositivi sanitari all'Istituto di Assisi

Redazione 105

"Abbiamo bisogno di alleanze per veicolare un messaggio di speranza: la disabilità non consegna mai un destino immodificabile"

Can Yaman è diventato un attore molto apprezzato dal pubblico italiano grazie alla sua partecipazione in diverse fiction. Oltre al suo innegabile talento, l’attore ha dimostrato di aver anche un gran cuore. Sua, infatti, è l’associazione Can Yaman for Children nata proprio per supportare bambini e adolescenti in difficoltà

Ed è proprio in questi giorni che Yaman è andato in visita all’Istituto Serafico di Assisi, un centro di eccellenza per la riabilitazione e la cura di bambini e ragazzi con forti disabilità. In questa occasione, l’attore ha incontrato i ragazzi che si trovano nella struttura ascoltando le loro storie e facendo delle attività insieme. Yaman, inoltre, ha donato tre sofisticate apparecchiature medico-sanitarie, contribuendo così allo sviluppo del centro. 

In una nota, l’Istituto ci ha tenuto a ringraziare l’attore con queste parole: "Questa donazione significa molto per noi e ci teniamo a ringraziare Can Yaman e la 'Can Yaman for Children' per l'attenzione al nostro Centro e ai nostri ragazzi. Le persone con gravi disabilità non hanno bisogno solo di assistenza, ma anche di ricerca, tecnologia, innovazione e di professionisti scientificamente preparati. Su questa strada abbiamo bisogno di alleanze per veicolare un messaggio di speranza: la disabilità non consegna mai un destino immodificabile. Il tempo che Can Yaman ci ha dedicato e il sostegno della sua fondazione raccontano di quanto tutti siamo coinvolti nella promozione della vita". 

Yaman è rimasto particolarmente colpito da questa visita che è stata per lui un motivo di crescita personale. Queste le sue parole a riguardo: "Essere qui è per me un'immensa gioia ma anche un piacevole spunto di riflessione. La grande cura che viene riservata all'aspetto etico e al preservare la dignità che ogni persona dovrebbe meritare, a prescindere dalle patologie di cui soffre e dalle differenze sociali, è un inno alla vita e un incredibile insegnamento. Ringrazio tutte le persone che oggi hanno accompagnato la Cyfc in questa incredibile esperienza umana".

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