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L'82% dei nipoti GenZ: "Non abbiamo tempo per i nonni"
I nonni diventano babysitter per la GenZ: solo il 18% mantiene un legame forte con loro, mentre la maggioranza si allontana per mancanza di tempo
Un tempo pilastri della famiglia, oggi i nonni rischiano di diventare figure sempre più marginali per i giovani della Generazione Z, nati tra il 1997 e il 2012. Un sondaggio condotto da Carewell, riportato da Fortune.com, svela una realtà preoccupante: solo il 18% dei membri della GenZ mantiene un rapporto stretto con i nonni. Un dato allarmante se paragonato al 32% dei Millennial e al 41% della Generazione X, che continuano a coltivare legami significativi con i propri nonni.
Le statistiche parlano chiaro: il 45% dei giovani contatta i nonni una volta a settimana, il 30% lo fa mensilmente, mentre il 7% si limita a un contatto annuale e un preoccupante 11% non li sente mai. Il principale ostacolo? La "mancanza di tempo" e gli orari incompatibili.
Vittorio Vaccaro, attore, regista teatrale e autore del libro La cucina è il teatro della vita, sottolinea l'importanza di mantenere vivo questo legame: “È fondamentale che i genitori promuovano il contatto tra nonni e nipoti, anche quando questi ultimi crescono. I nonni sono una risorsa inestimabile, non solo per i consigli ma anche per il supporto emotivo. Quando i nonni vivono lontano, la tecnologia può aiutare a colmare le distanze, ma è essenziale che non siano visti solo come babysitter. Sono figure affettive cruciali”.
In un mondo sempre più veloce e digitale, è vitale ricordare l'importanza delle relazioni familiari. Mantenere e coltivare il legame con i nonni non solo arricchisce la vita dei giovani, ma rafforza l'intera famiglia.