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Gender reveal, è giusto farlo o no? La parola agli esperti

Redazione 105

Da momenti privati per le famiglie a spettacoli sui social: il trend del gender reveal riflette il narcisismo moderno e il bisogno di approvazione virtuale

La nascita di un bebè è diventata uno show per fare like? La moda dei “gender reveal” si diffonde sempre più, dalla famiglia Ferragni, all'influencer Chiara Nasti fino a Fabrizio Corona. Questi eventi, il cui scopo è svelare il sesso del nascituro, dovrebbero essere momenti privati destinati alle sole famiglie, ma oggi vengono spettacolarizzati sui social media, e seguiti da milioni di persone. Spesso si va oltre il limite: il nome di un neonato scritto sul muro del reparto di ginecologia, o l'uso di fumogeni in un cimitero per “condividere” il sesso del bebè con una defunta.

Secondo Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell'Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo, l'urgenza di costruire un'identità digitale prima ancora che un bambino venga al mondo è sintomo di una società malata, che pian piano tende a disumanizzarsi a causa dell'iperconnessione. “Questi eventi di gender reveal e la spettacolarizzazione della nascita non sono altro che espressioni di narcisismo estremo, dove il valore autentico dell'esperienza umana è sostituito da un palcoscenico virtuale, afferma l’esperto.

Quando l'attenzione passa dal miracolo della vita alla ricerca di approvazione sociale, si rischia di banalizzare momenti che dovrebbero rimanere intimi e significativi. La condivisione eccessiva sulle piattaforme social, dimostra la forte perdita di contatto con la realtà e la sostituzione della profondità emotiva con la fugace ricerca di like e approvazione virtuale.

Lavenia sottolinea l'importanza di ricordare che le azioni di oggi influenzeranno il futuro dei nostri figli: “La rete non dimentica, e ciò che oggi appare innocente potrebbe essere usato contro di loro in futuro. Dobbiamo proteggere i nostri figli anche psicologicamente, evitando che la loro immagine venga esposta senza il loro consenso”.

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