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Mahmood: “In me tanta virilità, ma esprimo anche femminilità”

Redazione 105

“C’è un modo libero di vivermi la vita, di uscire, andare a ballare, di conoscere la gente, non sono uno che nasconde il proprio svago privato”

Mahmood è pronto a tornare live con la reprise del tour Nel letto degli altri con in programma cinque palazzetti in Italia: Bologna, Roma, Napoli, Torino e Milano. Per l’occasione è stato intervistato da Fanpage.it partendo dalle sue radici e come queste influiscano sulla sua musica di oggi. “Le radici alla fine sono le cose che ti hanno influenzato durante la tua crescita artistica. Cerco sempre di non concentrarmi troppo a doverle ricalcare, se no la cosa perde un po’ di naturalezza. È da un po’ di anni che non sto scrivendo perché era uscito l’ultimo progetto, ‘Nei letti degli altri’, poi sono andato in tour, ho fatto promo, e non riesco troppo a concentrarmi se ho altre cose a cui pensare. Sarà un po’ una scoperta tornare in studio in questo periodo perché voglio proprio vedere in che modo riapproccerò la musica”.

 

Arriveranno canzoni in inglese? 

Un tour che l’ha visto andare anche all’estero. Proverà con qualche canzone in inglese? “Sicuramente vorrò sperimentare nei prossimi mesi, a livello di scrittura, però devo dire che la reazione bella che ha avuto la gente semplicemente facendo concerti all’estero in italiano è una cosa che per me è incredibile. Sicuramente la sincerità di un messaggio arriva a prescindere dalla lingua”.

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Il rapporto con la virilità 

Sicuramente Mahmood è un sex symbol, eppure lui dice che gli importa poco della virilità. “Io credo che ci sia tanta virilità, ma anche tanta femminilità in alcuni movimenti, soprattutto nelle coreografie o nel mio modo di espormi fisicamente. Più che altro è una cosa proprio legata anche alla mia infanzia: guarda la cover di ‘Sottomarini’, non so perché ero fissato coi capelli lunghi da bambino, quindi successe questa cosa per cui avevo il vestito da sceicco, poi presi la parrucca fucsia di mia cugina, me la sono messa a Carnevale, e mia madre mi fece la foto è anche un modo di dimostrare per me la propria forza, la propria originalità, ed è una cosa che ho capito solo recentemente, crescendo, perché nella mia adolescenza un po’ mi vergognavo di quella foto, poi maturando ho capito che quella è stata anche un po’ la mia forza, quindi per quello ho deciso di usarla come cover di ‘Sottomarini’”.

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Un cambiamento di pensiero merito della popolarità? “Pensandoci, in realtà, poteva creare l’effetto opposto, sai a volte uno si crea una maschera pensando che la ricetta originale funzioni, vuole ripeterla all’infinito, in realtà io credo che riuscire a crescere e a maturare proteggendo il bambino che hai dentro sia l’unico modo per rimanere sani con la testa”.

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Una vita vera vissuta nonostante la popolarità 

Una popolarità che cerca di fare in modo che non lo limiti nella vita di tutti i giorni: “Credo in realtà di non averci mai fatto troppo caso all’attenzione esterna sulla mia vita privata, so di non usare i social in maniera eccelsa, però anche in quel poco che li utilizzo credo di far capire che c’è un modo libero di vivermi la vita, di uscire, andare a ballare, di conoscere la gente, non sono uno che nasconde il proprio svago privato. Stare in mezzo alla gente mi fa stare bene, quindi dover pensare di oscurare questa parte per me sarebbe come auto boicottarmi”.

 

Il coreografo Carlos Diaz

Infine un accenno al suo coreografo diventato ormai popolarissimo: Carlos Diaz. “Già da due anni, da quando lavoriamo insieme, dico che è una star, e prima o poi doveva succedere questa cosa perché lui è proprio così tutti i giorni. Sono molto felice che quello che prima era normale solo per noi, adesso lo sia per tante persone. Ed è giusto così, ragazzi, perché comunque quando uno cha tanto da dare, è giusto che il mondo lo possa apprezzare”. 

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