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Bianca Balti: “A settembre pensavo che sarei morta dopo la diagnosi”

Redazione 105

Un ritorno in grande stile per la modella

Bianca Balti torna a far parlare di sé e questa volta lo fa da protagonista assoluta: la supermodella italiana è il volto della nuova copertina di Vogue. Un traguardo importante che arriva dopo un periodo estremamente delicato della sua vita. A settembre 2024, infatti, aveva annunciato pubblicamente la diagnosi di cancro alle ovaie al terzo stadio, dando inizio a un percorso personale e clinico che ha scelto di condividere con i suoi fan.

Il coraggio di mostrarsi fragile e forte

Attraverso i suoi canali social, Bianca ha raccontato ogni fase della sua malattia con una trasparenza rara. La diagnosi, lo sconforto, i momenti di speranza e infine la remissione: tutto è stato documentato in prima persona. Nel post che accompagna l’annuncio della sua copertina per Vogue, scrive: “Ciao mamma! Sono sulla copertina di ‘Vogue’”.

Il messaggio prosegue, ed è impossibile non percepire la profondità della sua rinascita:
A settembre pensavo che sarei morta. Poi ho capito che sarei sopravvissuta, ma ho pensato che la mia carriera fosse finita per sempre. 8 mesi dopo, 3 mesi di remissione e sono sulla copertina di ‘Vogue’. Dammi un pizzicotto per favore… Sono troppo fortunata”.

Un percorso vissuto con autenticità

Oggi Bianca si mostra al pubblico con un'energia nuova, testimoniata anche da piccoli gesti simbolici, come quello che ha condiviso a inizio maggio: il momento in cui ha tagliato per la prima volta i capelli ricresciuti dopo le terapie. Un gesto semplice, ma dal forte valore emotivo.

In un’intervista a Vanity Fair, ha raccontato la sua scelta di non rimuovere le ovaie, nonostante il parere di molti medici. La decisione ha suscitato diverse critiche, ma Bianca ha voluto ribadire con forza la sua posizione: “Non voglio sentirmi in colpa, non voglio più accettare questa critica. Ricordo il dolore grandissimo che provavo quando mi scrivevano alcuni dottori che si dichiaravano stupiti perché non mi ero messa in sicurezza. Le loro parole mi facevano sentire sbagliata. Ovviamente quando hanno visto la massa tumorale al pronto soccorso è la prima cosa che ho pensato anche io, perché sapevo di essere predisposta”.

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