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Spiare messaggi e chiamate su WhatsApp è reato: si rischiano 10 anni

Redazione 105

La curiosità digitale può costare cara

Spiare WhatsApp non è una semplice marachella da partner geloso, ma un vero e proprio reato penale. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, che ha confermato una condanna nei confronti di un uomo che aveva violato la privacy della ex moglie accedendo ai suoi telefoni e copiando messaggi e chiamate da utilizzare nella causa di separazione. Il verdetto è chiaro: accedere abusivamente a un'app come WhatsApp significa violare un sistema informatico, e la pena può arrivare fino a 10 anni di reclusione.

 

WhatsApp è un sistema informatico a tutti gli effetti

Secondo la Suprema Corte, WhatsApp non è soltanto una piattaforma per messaggiare: è un sistema informatico complesso, composto da software, hardware e rete, e come tale tutelato dalla legge. Chi si intrufola nei contenuti di questa app, anche solo facendo screenshot di messaggi privati o consultando il registro delle chiamate, può incorrere nel reato di accesso abusivo a sistema informatico, specialmente se i contenuti sono protetti da password. E attenzione: il consenso dato una volta non è un lasciapassare eterno. Se si ha accesso temporaneo a un telefono ma poi si continua a entrare e leggere contenuti senza permesso, si rischia comunque la condanna

 

La privacy digitale è inviolabile (anche tra ex)

Nel caso in questione, l'uomo aveva preso messaggi da due diversi telefoni della sua ex moglie, compreso un dispositivo aziendale che lei non trovava più. Ha poi consegnato il materiale al suo avvocato come prova per la separazione. Ma secondo i giudici, ciò ha rappresentato una chiara intrusione nella sfera privata della donna. Non importa se si pensa di avere una giustificazione: la legge tutela la riservatezza e stabilisce dei limiti precisi anche nei rapporti personali più delicati.

 

Anche il consenso ha una scadenza

Un punto chiave della sentenza è che anche se si è autorizzati ad accedere a un dispositivo, quel permesso ha un limite temporale e funzionale. Non si può usare quella chiave d’accesso per fare una perquisizione approfondita nelle chat private o nelle chiamate. Superare quei limiti significa violare la fiducia e commettere un reato.

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