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Chi è Walter Di Francesco, il mentalista dei vip che stupisce tutti
È riuscito a sbloccare il telefono di Achille Lauro e a capire a chi pensava Pierfrancesco Favino: la storia del mentalista che incanta i vip
Non è veggente né ha poteri paranormali, eppure Walter Di Francesco, classe 1977, ha sbloccato il telefono di Achille Lauro indovinando il pin cifra per cifra, ha scoperto a chi stesse pensando Pierfrancesco Favino e ha lasciato attonito Checco Zalone con un gioco fatto in videochiamata a Capodanno."Il mentalismo è l'espressione più raffinata dell'illusionismo. Un mago fa sparire oggetti, io faccio sparire certezze", ha spiegato Di Francesco al Corriere della Sera.
Una professione che oggi lo vede protagonista di eventi esclusivi per persone come Renzo Rosso e feste private per Luca Cordero di Montezemolo, ma che ha radici profonde in una passione coltivata fin dall'infanzia. E poi confessa: “Il passaparola è la mia fortuna”
L’incontro casuale che cambiò tutto
E tutto ha avuto inizio con un incontro casuale nel 2015. "Un mio amico ristoratore mi propone: ‘Ti pago io, serve l'intrattenimento per un pranzo vip’. Non ha fatto nomi".
Dopo due ore di attesa, la porta si apre ed entra Neri Marcorè. "Mi viene un colpo: conosco tutti i suoi film.” Così si presentò. Di Francesco poi riesce a indovinare un orario che Marcorè sta pensando, poi una città. Quell'episodio fu una svolta: “Considero Neri un po' un papà artistico: ha creduto in me dicendo che ciò che facevo doveva diventare spettacolo, non un passatempo. Un mese dopo mi ha voluto sul palco del Teatro Regio di Parma”.
La passione, accesa dalla “scatola delle magie chiesta per Natale a 5 anni”, non lo ha mai abbandonato e così questa dedizione lo ha portato a trasformare un hobby in lavoro a tempo pieno.
L’arte del mentalismo
“Ho studiato tanto, da autodidatta” ha rivelato. Nessun potere soprannaturale, ma uno studio di varie discipline: “Esame del linguaggio verbale e corporeo, programmazione neuro-linguistica, lettura della micro espressività, psicologia comportamentale, controllo della voce e parecchio altro”, anche se la componente più importante era l'empatia tra lui e lo spettatore.