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Ghost working, la nuova tendenza a lavoro: cos'è e perchè succede

Redazione 105

Riunioni fasulle, parole a caso sulla tastiera e excel aperti per ore: così i dipendenti fingono di lavorare mentre cercano altro

Una recente analisi condotta da Resume Now, un centro online per la ricerca di lavoro, ha svelato curiose dinamiche nel mondo del lavoro. Dal rapporto, citato anche dal New York Post, è emerso che la società contemporanea è sempre più stressata per i ritmi di lavoro. Questa tensione crescente sembra alimentare un fenomeno in ascesa: il "ghost working". Ovvero fingere di lavorare. O meglio, apparire perennemente indaffarati e produttivi, anche quando la realtà è ben diversa, e spesso, non è nemmeno richiesto.

Cos'è il "ghost working" e perché è in aumento

La testata americana ha riportato: Più della metà dei dipendenti ammette di fingere regolarmente di lavorare. Dalle riunioni fittizie alla digitazione di testi senza senso, i dipendenti stanno diventando creativi per mantenere l’illusione di produttività.”

Non solo: nella maggior parte dei casi chi pratica il ghost working è, in realtà, alla ricerca di un nuovo impiego, magari meglio retribuito o con maggiori benefit.

Il 24% dei dipendenti sfrutta così il tempo in azienda per sistemare il curriculum, il 23% si candida per nuove posizioni e il 20% non esita a rispondere alle chiamate dei reclutatori. Addirittura il 19% uscirebbe dall’ufficio per fare colloqui con altre aziende. 

Le Tattiche dei "Ghost Worker"

Gli esperti hanno spiegato così questa tendenza: "Con il burnout, l’incertezza professionale e il lavoro da remoto che confondono i confini, i dipendenti stanno sempre più esplorando nuove opportunità durante la giornata lavorativa". Secondo i dati il 23% dei ghostworker si muove per l'ufficio con un quaderno in mano per simulare impegno, mentre il 22% digita a caso parole sulla tastiera. Non mancano però tattiche più elaborate: il 15% tiene il telefono all’orecchio senza effettuare una vera chiamata, un altro 15% tiene aperti fogli di calcolo mentre consulta contenuti non pertinenti, e ben il 12% pianifica riunioni fittizie per evitare di lavorare davvero.

Secondo gli esperti la soluzione sarebbe bilanciare la responsabilità con l’autonomia, dando ai dipendenti la fiducia e gli strumenti per essere realmente produttivi.  

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