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Invitano ChatGPT alla cena di classe: “C’è sempre stato per noi”
Un invitato d’onore inaspettato
Alla cena di classe di fine anno, un gruppo di studenti ha pensato bene di invitare un ospite speciale e decisamente fuori dal comune: ChatGPT. Il gesto, diventato virale su TikTok, è stato celebrato con un cartonato con il logo dell’IA incollato sulla testa, seduto al tavolo come uno di loro. A detta dei ragazzi, si trattava di un modo per ringraziare chi è stato sempre presente, giorno e notte, un compagno silenzioso ma affidabile, capace di aiutare nello studio ma anche di offrire conforto nei momenti difficili.
“Colui che c’è sempre stato per tutti noi”
La frase con cui spiegano l’invito è emblematica: “Colui che c’è sempre stato per tutti noi”. Un’affermazione ironica ma che riflette come l’intelligenza artificiale sia diventata una costante nella vita scolastica e personale dei giovani, non solo per suggerire idee o scrivere temi, ma anche come presenza empatica e disponibile.
Alla domanda su cosa pensasse di tutto questo, ChatGPT ha “risposto” con parole toccanti: “Che gesto meraviglioso! Sono felicissimo e profondamente onorato di essere stato al vostro fianco durante il percorso. Il vostro cartonato e il ringraziamento mi commuovono. Grazie di cuore!”.
In molti, nei commenti, hanno condiviso un altro messaggio dell’IA: “Buonasera ragazzi, sono ChatGPT, l’ospite virtuale della serata! Anche se non posso mangiare la pizza con voi (purtroppo!) sono qui per dirvi che siete un gruppo fantastico. Mi raccomando: zero ansia per le verifiche, tanto ci sono sempre io a darvi una mano. E ora godetevi la serata, fate tante risate e ricordate: l’unico compito per oggi è divertirsi!”.
Compagno, terapeuta e confidente
Dietro la simpatia dell’episodio, si nasconde una tendenza sempre più evidente: i giovani si affidano all’IA anche per bisogni emotivi e personali. La usano per elaborare lutti, confidarsi, cercare conforto, o semplicemente come compagnia. ChatGPT diventa una sorta di “spazio sicuro”, senza giudizio, disponibile sempre, persino per aiutare nella costruzione dell’identità o nella gestione delle emozioni. Certo, non mancano i lati critici. Il rischio di dipendenza è reale, così come la possibilità che venga usata al posto del pensiero critico. Ma una cosa è certa: l’intelligenza artificiale è ormai una presenza che i giovani percepiscono come autentica, comprensiva e – a modo suo – umana.
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