Tutto News
Lumache killer: il parassita che uccide cani e minaccia l’uomo
Cosa sapere sul parassita killer nelle lumache: rischi, sintomi e prevenzione per proteggere cani e uomo da gravi infezioni
L’Australia orientale sta affrontando una crescente emergenza legata alla diffusione di Angiostrongylus Cantonensis, comunemente chiamato “verme polmonare del ratto”. Questo parassita rappresenta un pericolo serio soprattutto per i cani, ma può infettare anche gli esseri umani, causando gravi danni neurologici.
Come riconoscere i sintomi e proteggersi dal parassita
Nei cani, l’infezione si manifesta rapidamente con sintomi neurologici, quali difficoltà nei movimenti, tremori, paralisi e crisi convulsive. Nell’uomo, invece, i segnali più comuni includono mal di testa, febbre, vomito, sensibilità alla luce e meningite.
La malattia risulta fatale in quasi il 20% dei casi umani, mentre molti altri possono sviluppare danni neurologici permanenti.
Ad oggi non esistono terapie efficaci per combattere l’infezione una volta che il parassita raggiunge il sistema nervoso centrale, rendendo indispensabile la prevenzione. Gli esperti consigliano di:
- Lavare accuratamente frutta e verdura crude;
- Evitare che i cani ingeriscano lumache, chiocciole o erba umida;
- Indossare guanti durante il giardinaggio in ambienti umidi;
- Tenere i bambini lontani da aree a rischio.
Come avviene la trasmissione
Il ciclo vitale del verme inizia nei ratti selvatici, che rilasciano le uova tramite le feci. Lumache e chiocciole fungono da ospiti intermedi ingerendo le larve presenti nell’ambiente. I cani possono contrarre l’infezione accidentalmente, soprattutto quando mordono o ingeriscono questi molluschi durante le uscite all’aperto. Una volta entrato nel corpo, il parassita può risalire fino al sistema nervoso centrale, causando gravi infiammazioni, paralisi e, nei casi più gravi, la morte.
Clima e urbanizzazione: fattori chiave nella diffusione
La diffusione di Angiostrongylus cantonensis è favorita dagli ambienti umidi e dal crescente sviluppo urbano. Tra il 2020 e il 2024, un’indagine dell’Università di Sydney ha registrato 93 casi di infezione nei cani, sebbene gli specialisti ritengano che la reale entità del fenomeno sia ben più alta. Solo nel 2022, si è osservato un picco con 32 nuovi casi.