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Credits: Getty Images
29 Luglio 2025
Redazione 105
Quante volte capita di scansare l’obiettivo di una fotocamera o di sentirsi a disagio davanti allo scatto? Non è solo timidezza, perché dietro questo rifiuto si nasconde un linguaggio silenzioso della mente.
Ma cosa racconta davvero chi odia farsi fotografare? Secondo la psicologia, ci sono tre motivi ricorrenti:
Ogni scatto può trasformarsi in una sentenza perché non ci si vede mai davvero come ci si immagina. Spesso il perfezionismo nasce dal desiderio di apparire sempre al meglio, ma finisce per diventare una pressione costante difficile da gestire.
I confronti continui con volti ritoccati, sorrisi perfetti, filtri che coprono tutto tranne l’insicurezza, non fanno che alimentare questo disagio.
Altri, invece, scelgono di non farsi fotografare per proteggere la propria riservatezza. Non è paranoia o diffidenza, ma un istinto di proteggere ciò che è più intimo: la propria immagine.
Un volto salvato nella memoria di uno smartphone è, in fondo, una chiave consegnata in mano a qualcun altro.
Così, tra la ricerca della perfezione e il timore di sentirsi esposti, molti scelgono di evitare l’obiettivo. È una forma di autodifesa, un modo per custodire un confine personale. Dietro ogni foto mancata o selfie rifiutato si nascondono storie diverse, ma quasi sempre si incontrano nello stesso punto: la paura.
Per questo, quando si fotografa in compagnia o in pubblico serve rispetto. Un clic può sembrare un gesto innocuo ma non per tutti lo è davvero. Piccole accortezze come queste possono fare la differenza: