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Quattro parole che possono salvare il matrimonio: basta litigi

Redazione 105

Quando le parole fanno più male delle azioni

In una relazione, spesso non sono gli eventi in sé a far saltare i nervi, ma il modo in cui vengono letti e interpretati. Frasi come “Stai esagerando” o “Non è niente” sembrano innocue, ma possono risultare altamente tossiche, perché sminuiscono l’emozione altrui. Con il tempo, questi scambi minano la fiducia e possono trasformare anche i piccoli disaccordi in veri e propri campi di battaglia emotivi.

 

Quattro parole che possono salvare una coppia

La scrittrice americana Rachel Bowie ha condiviso un consiglio semplice ma potente: Assumi sempre buone intenzioni. In un saggio pubblicato su PureWow, Bowie spiega come questa frase, ripetuta mentalmente nei momenti di tensione, possa evitare discussioni inutili e aiutare a restare connessi con il partner, anche quando la tentazione è quella di sbottare.

Secondo Bowie, questo approccio permette di fermarsi un attimo, respirare e ricordarsi che si è nella stessa squadra. “Il motivo per cui questa frase funziona quando tuo marito ti sta facendo impazzire è abbastanza ovvio” scrive. “Il fatto stesso di assumere buone intenzioni serve come promemoria che ci troviamo, in effetti, in situazioni complicate insieme, permettendoci di riformulare un momento caotico e ricordarmi di fermarmi, fare un passo indietro e mettermi nei panni di mio marito”.

 

Non evitare il confronto, ma renderlo utile

Questa strategia non implica fingere che tutto vada bene o evitare di parlare dei problemi reali. Come dice Bowie: “Non si tratta di evitare il conflitto o di non parlare degli argomenti più delicati”. L’obiettivo è abbassare il livello di conflitto e arrivare a una conversazione costruttiva, invece che a una guerra fredda domestica.

 

Funziona anche al contrario

Il bello? Funziona in entrambe le direzioni. Bowie racconta: “Spoiler: aiuta anche lui a non arrabbiarsi con me”. E continua con un esempio concreto: “Come quando mi sono dimenticata di iscrivere nostro figlio al campo estivo, scoprendolo solo la sera prima che era tutto esaurito. Invece di infuriarsi, si è messo nei miei panni. La vita era stata folle, questo dettaglio mi era sfuggito. Ci siamo uniti come squadra. E sì, abbiamo diviso la cura dei bambini il giorno dopo”.

 

Meno reazioni impulsive, più empatia

Si tratta di chiarire, parlare da adulti, tagliare il dramma e andare avanti insieme” conclude Bowie. Nel turbinio quotidiano, ricordarsi che l’altra persona non è il nemico può davvero cambiare tutto.

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