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27 Ottobre 2025
Redazione 105
L’attesa per Sanremo 2026 si accende con un grande annuncio. A quattro mesi dal via, tra pronostici sui co-conduttori e ipotesi sui big in gara, è arrivata la notizia che tutti aspettavano (ma che nessuno aveva ancora confermato): i Pooh torneranno sul palco dell’Ariston come super ospiti. Una scelta che unisce memoria e celebrazione, perché la band simbolo della musica italiana festeggia quest’anno i 60 anni di carriera.
A sorprendere i fan è stato il modo in cui la notizia è uscita: non è stato Carlo Conti, direttore artistico del Festival, a darne l’annuncio ufficiale, ma gli stessi Pooh, che hanno deciso di “spoilerare” il loro ritorno con largo anticipo. Una mossa audace, ma perfettamente in linea con la loro storia di protagonisti indipendenti, capaci di decidere i propri tempi e modi. Che sia una strategia per tenere alta l’attenzione sul Festival o un modo per promuovere il nuovo tour nei palasport al via a settembre 2026, ma poco importa: il risultato è che ora l’attesa è alle stelle.
Il nuovo tour, intitolato Pooh 60, segnerà il via ufficiale alle celebrazioni per i sessant’anni della band. Era il 1966 quando il gruppo iniziava la propria avventura musicale, scrivendo pagine indelebili nella storia della musica italiana. In questi decenni, i Pooh hanno attraversato epoche, stili e generazioni, fino alla vittoria a Sanremo 1990, un traguardo che ancora oggi viene ricordato con un misto di orgoglio e amarezza.
E ora proprio all’Ariston torneranno, come anticipato in un’intervista rilasciata a Il Messaggero in cui hanno rivelato: “A Sanremo andremo come superospiti a raccontare quello che stiamo per fare. In gara mai più, lo escludiamo. Fu troppo stressante, nel ’90. Annunciammo la partecipazione al Festival quando Pippo Baudo ci ospitò a ‘Fantastico’ e ci puntarono il dito contro perché sembravano esserci dei favoritismi nei nostri confronti. Poi quando vincemmo tutti ci odiarono”.
Guardando al futuro, i Pooh hanno spiegato che non pubblicheranno nuovi brani inediti, ma renderanno ogni tappa del tour unica e irripetibile, con scalette diverse per ogni città. Un’idea che trasforma ogni concerto in un’esperienza a sé, un modo per ringraziare il pubblico che li ha seguiti per decenni.
Con la consueta schiettezza, Red Canzian ha chiosato, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe: “Per anni, dagli addetti ai lavori, siamo stati trattati come artisti di serie B. Fortunatamente anche i critici più intransigenti si sono ricreduti di fronte a un successo come il nostro”.
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