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Buffon, le parole sull’esordio del figlio Louis Thomas in Serie A
Un grande campione racconta cosa voglia dire avere un figlio che ripercorre le sue orme nel calcio
Gigi Buffon ha condiviso a This Is Me la grande emozione di vedere suo figlio Louis Thomas esordire in Serie A con la maglia del Pisa. Il primogenito del campione e di Alena Seredova ha giocato il suo primo match il 5 ottobre 2025 contro il Bologna, anticipando di una settimana l’esordio del padre nella massima serie. “Mio figlio si è permesso di anticiparmi di una settimana” ha raccontato con ironia Buffon, ricordando il proprio debutto in Serie A all’età di 17 anni.
Il legame con la famiglia e le paure dei genitori
Il campione ha raccontato come il rapporto con la famiglia e la passione per lo sport abbiano sempre avuto un ruolo centrale nella sua vita: “Nasco in una famiglia di grandi sportivi. La nostra è stata una famiglia molto unita”. Buffon ha spiegato anche la tensione che accompagna i genitori nel vedere i propri figli affrontare sfide simili: “Noi ci sentiamo molto sfacciati, pensiamo che alla fine sappiamo badare a noi stessi. Invece i figli li vediamo sempre più fragili e quindi abbiamo paura che possa accadere a loro qualcosa di brutto”.
Il percorso di Louis Thomas
Nonostante abbia seguito le orme del padre nel mondo del calcio, Louis Thomas ha scelto di non diventare portiere. “Lì è stato bravo lui. Lui si è sempre rifiutato di giocare come portiere e ha sempre detto di voler fare l’attaccante” ha spiegato Buffon, che ha apprezzato la determinazione del figlio nel seguire la propria strada.
La carriera di Buffon e il legame con il calcio
Gigi Buffon ha ripercorso anche la propria carriera, dall’esordio in Nazionale ai successi in Serie A, ricordando la passione per il campo: “Io cerco di essere felice, e quando entravo in campo lo ero sempre. Vincere era importante, ma giocare ancora di più”. Poi ha rivelato a Silvia Toffanin perché ha voluto giocare fino ai 45 anni: “Ogni volta che incontravo Maldini mi diceva ‘Gigi, finché puoi gioca’. Se non mi fossi fatto male avrei giocato fino a 60 anni”.
Tra le sfide più difficili, ha citato la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali dopo la sconfitta contro la Svezia, sottolineando come dalle cadute si possa sempre imparare: “Nelle cadute devi essere tu a pagare in prima persona, solo così puoi rialzarti”.