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Credits: Getty Images
17 Novembre 2025
Redazione 105
Può capitare di incrociare gli occhi di qualcuno e provare immediatamente ansia ed euforia, con il cuore che batte e lo stomaco che si chiude: la magia dell’inspiegabile e potente colpo di fulmine.
Da sempre viene associato al mistero e al romanticismo, pensando che sia una questione di destino. Tuttavia, non è così. A decidere, infatti, è il cervello, più precisamente, l’amigdala.
In meno di 0,2 secondi, questo nucleo cerebrale processa una serie di segnali, voce, odore, postura ed espressione, per decidere se una persona ci sembra “giusta”. Ciò su cui si basa è la familiarità. Se, quindi, i segnali ricordano le relazioni che abbiamo già vissuto, scatta l’attrazione.
Questo crea un paradosso doloroso: seppur desideriamo stabilità, possiamo inconsciamente finire per ricorrere agli stessi schemi disfunzionali che ci portano a soffrire.
La scienza, però, ci offre un modo per riscrivere questo tipo di attrazioni: con nuove esperienze emotive, possiamo insegnare al nostro sistema nervoso che esistono anche relazioni in cui si può stare bene nella calma, nella stabilità e nella regolazione reciproca.
Di certo quella scintilla dell’attrazione farà sempre parte di noi, ma con questo metodo, la prossima volta che accadrà, saremo in grado di distinguere un semplice richiamo chimico dal vero amore.
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