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Credits: Getty Images
26 Novembre 2025
Redazione 105
Maria De Filippi ha sorpreso il pubblico rivelando un lato poco conosciuto della sua quotidianità. Lontana dagli studi televisivi e dalle luci di scena, la conduttrice trascorre molte ore immersa in un hobby che nessuno avrebbe immaginato: il burraco online. Non un passatempo sporadico, ma una vera ritualità notturna, coltivata con un entusiasmo che lei stessa definisce quasi ipnotico.
Arrivata nello studio di Belve, Maria ha portato con sé il suo inseparabile tablet, quello stesso dispositivo con cui, come ha confidato, affronta lunghe sessioni di gioco. Nella conversazione con Francesca Fagnani, De Filippi ha raccontato di dedicare anche due ore consecutive alle partite, soprattutto nelle ore più silenziose della notte.
Per muoversi indisturbata tra i tavoli virtuali, utilizza una identità fittizia, scelta con ironia e citazione culturale: il nickname, infatti, è ispirato a un celebre personaggio dei fumetti ideato da Bonvi nel 1965 e disegnato da Silver. Di fronte alla Fagnani, ha ammesso: “Mi faccio chiamare ‘Cattivik’ e sono capace di giocare anche per due ore di fila, soprattutto la notte”.
La scena si è trasformata in un piccolo momento di teatro televisivo quando la conduttrice di Belve si è avvicinata al tablet di Maria, curiosa di osservare le dinamiche del gioco e l’interazione con gli altri utenti. Un siparietto vivace, quasi improvvisato, in cui Fagnani ha spronato De Filippi a rivelare la sua vera identità ai giocatori presenti al tavolo virtuale.
Dopo qualche esitazione, Maria ha accettato di farlo. Ed è nata una delle risposte più comiche della puntata. La presentatrice ha scritto: “Sono Maria De Filippi”. L’interlocutore, senza perdere il ritmo, ha risposto: “E io sono il Papa”.
Questa passione per il burraco non è semplicemente un passatempo, ma una finestra su un aspetto della conduttrice che raramente emerge: il desiderio di staccare, di misurarsi con una sfida che non ha nulla a che vedere con gli ascolti o con la televisione. Un gioco che diventa un luogo dove muoversi in libertà, in un anonimato giocoso che le permette di essere soltanto una partecipante tra tanti. E forse proprio per questo, il racconto della sua passione ha conquistato gli spettatori: perché mostra una Maria meno filtrata, più quotidiana e sorprendentemente giocatrice instancabile.